Le avevamo date per morte, spazzate via dal predominio degli smartphone con fotocamere sempre più avanzate, e invece no: le macchine fotografiche “punta e scatta” sono tornate di moda. A differenza di altri casi di revival tecnologico, dalle fotocamere a pellicola ai vinili, non è solo una questione di nostalgia. Le compattine vanno forte soprattutto tra i più giovani, che le scoprono per la prima volta e che in molti casi preferiscono le immagini imperfette ma più “organiche” delle vecchie fotocamere portatili a quelle dei loro costosi e avanzatissimi telefoni tutofare.
La tendenza sembra essere una reazione all’omologazione delle foto da smartphone, così semplici da scattare e però così “sempre uguali”, appiattite dall’eccessivo perfezionamento algoritmico della fotografia computazionale.
Le ottime vendite di Canon
I numeri mostrano un livello di domanda per il segmento che non si vedeva da anni. Tra le compatte più recenti la Ricoh GR III e la Fuji X100VI (amatissime dagli street photographer) sono tra le più richieste e, nonostante il prezzo non bassissimo, sono difficili da trovare: i nuovi stock vanno esauriti quasi subito e i produttori faticano a stare al passo con la richiesta dei consumatori.Canon, nell’ambito della presentazione dei risultati finanziari 2024 a fine gennaio, ha mostrato segnali assai incoraggianti per tutto il settore. Nell’ambito di un +14,6% di vendite segnato nell’ultimo trimestre dello scorso anno, dovuto principalmente al successo delle nuove mirrorless professionali, le compattine tornano a giocare un ruolo rilevante.
“La popolarità delle fotocamere compatte, in grado di catturare facilmente immagini diverse da quelle degli smartphone, sta crescendo tra i giovani” ha spiegato l’azienda. “Di conseguenza, stiamo assistendo a un aumento degli ordini, soprattutto per i modelli di prezzo più elevato come la PowerShot G7 X Mark III. Puntiamo a incrementare le vendite complessive di fotocamere dell’8,4% grazie a un aumento della produzione e dell’offerta”.
Nonostante i buoni risultati, il successo delle compatte ha trovato Canon impreparata. L’ultimo aggiornamento della PowerShot G7 X Mark III citata nei documenti finanziari risale infatti al 2019 e da allora l’azienda ha preferito concentrare l’attenzione sulle fasce professionali, commercialmente più prevedibili e remunerative.
L’offerta di Nikon
La concorrente storica Nikon non ha invece neppure più a catalogo le vere e proprie punta e scatta come le Coolpix tascabili che vanno fortissimo tra i TikToker. Il ruolo di “compatte”, nel listino del produttore, spetta a quelle che in gergo si chiamano “bridge”.
Sono ottime fotocamere ibride, con lenti non intercambiabili e zoom molto spinti, come la recentissima Coolpix P1100, uscita proprio pochi giorni fa. La macchina raccoglie l’eredità della Coolpix P1000, ha uno zoom 125X ottico-digitale integrato con focali da 24mm a 3000mm, e può girare video con risoluzione fino a 4K UHD/30p.
Il vantaggio di Nikon è però quello di aver puntato su modelli come le mirrorless entry level Z30 e Z50 II: tecnicamente non sono delle “compatte” perché hanno obiettivi intercambiabili, ma di fatto se accoppiate con il giusto “pancake” (in particolare il Nikkor Z DX 24mm f/1.7) lo diventano per forma, dimensioni, peso e scopo d’uso. Un ritorno alla produzione delle vere compatte della serie Coolpix appare improbabile: nonostante il trend positivo del segmento, le aziende devono considerare anche i costi di produzione e i margini assai più stringati di questi modelli rispetto alle fotocamere mirrorless amatoriali.
La posizione di Sony
L’assenza a listino dei modelli di compattine più amate dai TikToker ha creato un mercato secondario dell’usato particolarmente florido. Tra le macchine più ricercate, oltre alle Fuji X100V e VI – le preferite assolute dei social-fotografi – e alle già citate Coolpix, ci sono anche molte Sony della generazione CyberShot.Anche Sony, come gli altri produttori, non ha più a listino le vecchie Coolpix a basso costo che tanto piacciono agli influencer. Tuttavia, rispetto a Nikon e Canon, l’offerta di compatte premium – cioè con obiettivi, qualità fotografiche e velocità di messa a fuoco ottimali – è più ampia, seppur datata. Il prodotto di punta è la RX100VII, che pur essendo ancora amatissima dai fan ha comunque più di cinque anni. Concorrente della Fuji X100V, la RX100VII ne condivide gli stessi problemi di disponibilità: è difficile da trovare sul sito Sony e i prezzi dell’usato sono saliti ben oltre il valore effettivo della fotocamera.
Il ruolo di TikTok
Il comune denominatore del rinnovato successo delle fotocamere compatte è la loro popolarità tra la Gen Z, che si può riscontrare nel numero di video virali dedicati alla #digitalphotography su Instagram e TikTok.
Secondo Sofia Lee, co-fondatrice dell’account Instagram @digicam-love e del Consumer Aesthetics Research Institute, che si occupa di studiare i trend estetici tra le nuove generazioni, non siamo di fronte a una moda passeggera e non si può parlare soltanto di effetto nostalgia.“È ironico che la Gen Z venga stereotipata come la più connessa di sempre, quando in realtà molte delle loro pratiche tecnologiche controculturali indicano la necessità di creare uno spazio separato da Internet”, ha detto Lee in un commento al broadcaster canadese CBC.
Secondo Lee conta poi il fatto che le immagini degli smartphone sono diventate così processate, dettagliate e perfette da apparire irreali. Il valore delle immagini scattate con le vecchie compattine digitali sta invece nell’errore e nelle imperfezioni che invece le rendono visivamente più “reali”. E non solo: per l’esperta l’impossibilità di caricare immediatamente le immagini sui social è un altro aspetto importante per una generazione che cerca costantemente nuovi modi per staccare dalla vita digitale. Non sfugge qui l’ulteriore ironia: un trend legato alla disconnessione dalla vita always-on in rete è un trend ampiamente rappresentato su quei social network da cui si vorrebbe fuggire. Per parafrasare Nanni Moretti, “mi si nota di più se mi collego e sto in disparte, o se non mi collego proprio?”
Il fenomeno commerciale appare dunque legato a doppio filo a un fenomeno sociologico più ampio, ovvero la riscoperta di un modo di fare fotografia che si considerava superato da parte dei consumatori più insospettabili: i nativi digitali. L’aspetto affascinante del trend è che sono proprio gli storici svantaggi delle compattine (la natura offline del dispositivo, l’assenza di processamento algoritmico, la funzione fotografica “dedicata”) ad essersi trasformati nelle caratteristiche più ricercate dai nuovi fotografi digitali.
Fonte : Repubblica