Appena un anno fa Achille Lauro era considerato un artista superato: qua e là aveva assestato un colpo dei suoi, come la hit del 2023 Fragole, con Rose Villain, una canzone comunque trasparente nei confronti della narrazione stessa del personaggio Lauro a cui il protagonista aveva sempre tenuto e che in quel momento sembrava invece annacquata (era un tormentone estivo, bello quanto si vuole, ma uno dei tanti). Insomma, l’attenzione di cui si era nutrito per anni sembrava dirottata altrove e in un sistema come quello di oggi dove la concorrenza è alta, non è detto che l’onda buona torni.
Poi, in pochi mesi, il rilancio: la ballatona Amore disperato che in autunno ha spopolato dovunque, di nuovo in tv come giudice a X Factor con grandi risultati e ora, alla vigilia del suo quarto Festival, questa Incoscienti giovani, tra le favoritissime alla vittoria. Viene da dire che è rinata l’ispirazione, ma la verità è più complessa e riguarda un riposizionamento dell’immagine che passa, certo, anche attraverso la sua musica. Ma non solo. Tradotto: com’è che ora tutti (ri-)vogliono Achille Lauro?
Faccia a faccia con i suoi limiti
Parliamoci chiaro: per lui Sanremo è stato croce e delizia. Nel 2019 fu tra i primi della scena trap – allora neanche così popolare – a partecipare al Festival: Rolls Royce fu un giusto e coerente compromesso tra il mondo da cui proveniva, e che stava già abbandonando, e il pop-rock che avrebbe abbracciato di lì in poi, pur al netto di variazioni in corsa. Achille Lauro intuì di avere un grande potenziale mediatico, specie in tv, e si lanciò nell’avventura sanremese: lasciato il pubblico dei duri e puri del genere, con cui non aveva più molto da spartire, si riassestò sugli standard della tv su un filo sottile. Achille Lauro, cioè, fu tra i pochissimi a dare scandalo per gli eccessi che raccontava e incarnava (ricordate i servizi di Striscia La Notizia sul suo presunto passato da spacciatore?) senza essere davvero rigettato dal pubblico più tradizionale e adulto, vuoi per certe ballate che ha sempre saputo scrivere (da 16 marzo in giù) o vuoi per il modo di porsi. Per chi, ecco, cercava uno scandalo al tempo stesso televisivo – e sono in tanti – era perfetto. E scandalo, per lunghi mesi, fu.
Il problema è uno: la gente si abitua presto. Così il secondo Festival con Me ne frego, un anno dopo Roll Royce, nonostante i look esagerati fu una copia sbiadita del primo e benché il crash ogni tanto funzionasse, come nella cover di Gli uomini non cambiano con Annalisa. Il terzo anno di fila – stavolta come ospite fisso – con i suoi “quadri” fu la prova che il sistema lo stava, in parte, mangiando a sua volta. E che era un male. L’ultimo prima di adesso, quello del 2022 con Domenica, assolutamente trascurabile. In mezzo, una serie di pezzi meno ispirati, con tanti generi non sempre a fuoco, e l’ansia, soprattutto, di esserci a tutti i costi e di dare scandalo quando lo “scandalo” era già bello che integrato. L’abbiamo visto partecipare, tra i tanti, a Una voce per San Marino con la copia della copia della copia di una sua hit qualsiasi (Stripper nel caso, cercava l’Eurovision, ma senza successo), mentre veniva superato a destra da una serie di rapper, quelli sì, scandalosi davvero. Eppure poi ne è uscito e questa capacità di saper leggere la situazione, oltre a quella di raccontare sé stesso e una storia più ampia attraverso le singole canzoni, è uno dei suoi grandi meriti.
Un nuovo classico
La chiave? Smettere di ostinarsi a dare scandalo a tutti i costi quando ormai non c’è più scandalo da dare. E smettere di voler essere dovunque con il rischio di sovraccaricare. Il che non significa (bravo e furbo anche qui) cancellare il passato, ma aggiornarlo: Amore disperato è stata un successo perché per la prima volta non ha cercato gli effetti speciali, ha messo al centro una musica, questa sì, legata alle grandi ballate italiane, su cui lui può fare – e lo fa benissimo – il ruolo che gli rimane e viene meglio, quello del dandy di borgata, adagiato sui classici per i quali, però, nutre un profondo rispetto.
Da quel momento il pubblico ha smesso di odiarlo e amarlo – ha smesso cioè di avere sentimenti esagerati e contrastanti per Lauro – e ha cominciato a trattarlo come un classico, uno di casa. in questo sono stati fondamentali anche i tre mesi a X Factor dov’è venuta fuori la sua naturale simpatia e gli unici toni a essersi alzati sono stati quelli di banali schermaglie tra giudici. Si è normalizzato, ecco, ma questo, più che abbatterlo e toglierli credibilità, ha dato tregua alla retorica di prima, facendolo rinascere e sentire più vicino, reale. E la nuova Innocenti giovani, che segue proprio Amore disperato sulla strada della ballata sanremese, è la testimonianza di questa nuova fase: al di là di come finirà, il fatto che la sua presenza in sé non faccia più notizia e, anzi, in virtù di questo sia dato addirittura per favorito, senza provocazioni di sorta, indica già da sé una crescita decisiva. Soprattutto, indica una vittoria personale nei confronti di un meccanismo che a un certo punto rischiava di farlo fuori. Non è più una macchietta, non è più un’immagine sotto stress. Una nuova fase. E tanto basta, per ora.
Fonte : Today