Dinamica delle folle, cosa succede quando le persone invadono piazze e città e perché può essere pericoloso

Credit: Bartolo Lab, ENS de Lyon

Osservando l’evoluzione della folla dall’alto appare chiaro che pian piano sempre più persone si ammassano vicine man mano che ci si avvicina all’avvio del festival – ovvero prima che venga lanciato il tradizionale razzo – fino a raggiungere il valore di sei persone per metro quadro (un valore considerato già a rischio), ma con punte locali di nove, scrivono gli autori. Parallelamente i movimenti si fanno più frenetici avvicinandosi all’inizio della festa: prima crescono piano e poi, a qualche minuto dall’avvio dei festeggiamenti, la velocità della folla esplode. È successo in tutte le edizioni analizzate dai ricercatori, con entità leggermente diverse ma il trend è chiaro ed emerge quando la densità supera le quattro persone per metro quadrato (sebbene le mappe di calore mostrino velocità molto eterogenee all’aumentare della densità). Quando osservato è così dirompente che, in un articolo che accompagna l’uscita dell’articolo sullo stesso numero di Nature Antoine Tordeux della University of Wuppertal descrive e paragona questo comportamento alla transizione tra due diversi stati di materia. Un paragone appropriato dal momento che le folle si comportano come fluidi.

Quando le masse “ruotano” e diventano pericolose

L’aspetto però forse più interessante dell’analisi di Bartolo e colleghi è l’osservazione che la dinamica di folle particolarmente dense non è caotica ma oscilla: un fenomeno collettivo scrivono ancora gli autori, non innescato da nessuno stimolo, né visivo, né meccanico né acustico. Ma c’è di più, queste oscillazioni secondo le analisi condotte dagli scienziati non sono il prodotto di movimenti avanti e indietro delle persone nella folla, quanto di movimenti “orbitali”: la folla al suo interno pare ruotare. Questi movimenti coinvolgono centinaia di persone nel giro di qualche metro e una (pericolosa) massa di circa dieci tonnellate, si legge nel paper: potrebbero diventare questi degli indicatori da monitorare in real time per intercettare possibili situazioni di rischio, in maniera relativamente semplice, suggeriscono gli esperti. Tanto più considerando che non succede solo alla folla di Pamplona, le stesse oscillazioni i ricercatori le hanno rintracciate anche tra la folla del disastro della LoveParade del 2010.

“I risultati mostrano chiaramente che queste folle sono non statiche, ma invece vanno incontro a grandi movimenti coordinati che danno luogo a grandi variazioni nella densità locale – aggiunge Tordeux – Quando queste densità diventano estreme, tali dinamiche potrebbero, in teoria, causare la caduta dei pedoni, il che potrebbe spiegare come possono verificarsi gli incidenti”.

Fonte : Wired