Le buste paga potrebbero cambiare di nuovo. Sono due gli interventi sul tavolo del governo. Il primo riguarda i redditi nella fascia 8.500-9.000 che sono stati penalizzati dall’ultima legge di bilancio a causa degli “effetti distorsivi” al taglio del cuneo fiscale che ha fatto perdere i 100 euro al mese previsti dall’ex bonus Renzi, poi rafforzato da Conte. Ma si studia anche una nuova sforbiciata alle aliquote Irpef per la classe media. Andiamo con ordine. Partendo dai lavoratori che hanno perso il trattamento integrativo di 1.200 euro annui.
I lavoratori penalizzati dal taglio al cuneo fiscale: il governo pronto a intervenire
Il ministro dell’Economia è intenzionato a dare ai contribuenti coinvolti un’integrazione in busta paga. La sottosegretaria al Mef Lucia Albano ha precisato che nel 2024 i lavoratori con reddito tra gli 8.500 e i 9.000 euro “avevano ricevuto incidentalmente un vantaggio a causa del meccanismo di riduzione dell’aliquota contributiva”. In altre parole, ha aggiunto Albano, hanno ricevuto “il trattamento integrativo da 1.200 euro” annui “che in mancanza di decontribuzione non sarebbe spettato”. La maggioranza si è impegnata comunque a intervenire per non impoverire troppo i redditi in questione.
L’ipotesi di una sforbiciata alle aliquote Irpef per il ceto medio
Il secondo intervento, al momento più incerto anche perché più costoso, è un nuovo taglio delle aliquote Irpef che questa volta dovrebbe andare a beneficio dei redditi compresi tra i 28mila e i 50mila euro. L’idea, di cui si parla già da mesi, è quella di abbassare l’aliquota centrale portandola dal 35 al 33%. Ma si ragiona anche sull’ipotesi di estendere il secondo scaglione anche alla fascia tra i 50 e i 60mila euro che oggi paga il 43%.
Osnato: “Operazione realizzabile”. Ma le coperture sono un rebus
Marco Osnato, responsabile economico di Fratelli d’Italia e presidente della commissione Finanze alla Camera, ha confermato ad Affari Italiani la volontà della maggioranza di intervenire. “Questa operazione a favore del ceto medio è realizzabile” ha spiegato, aggiungendo che la misura potrebbe vedere la luce “nel giro di qualche settimana” forse addirittura entro Pasqua. Certo, i verbi dire e fare non sono sinonimi. E sulle coperture l’esponente di FdI è stato piuttosto vago: si parla, in sostanza, di recuperare risorse dall’evasione fiscale e di “maggiori introiti” che arriverebbero “da un rientro contributivo dovuto al crescente livello occupazionale”.
Come potrebbero aumentare gli stipendi: le simulazioni
Cosa potrebbe cambiare in busta paga se l’ipotesi dovesse andare in porto? Oggi le aliquote Irpef sono del 23, 35 e 43% a seconda delle fasce di reddito.
Gli scaglioni Irpef nel 2024 | Aliquota |
---|---|
fino a 28.000 | 23% |
da 28.000,01 a 50.000 | 35% |
oltre 50.000 | 43% |
Secondo le nostre simulazioni, un taglio del 2% porterebbe un beneficio di 40 euro annui ai redditi di 30mila euro lordi, di 140 con 35mila euro di reddito e di 240 euro a chi ne guadagna 40mila. Un’eventuale estensione del taglio anche ai redditi fino a 60mila – ad oggi molto in forse – porterebbe un vantaggio fiscale di 940 euro all’anno per chi dichiara 55mila euro e di 1.440 euro, ovvero 120 euro al mese, per i redditi di 60mila. I calcoli sono stati fatti non tenendo conto di detrazioni, deduzioni e addizionali varie.
Fonte : Today