Le accuse all’ex boss pentito Vincenzo Sarno: “Pronto a uccidere donne e bambini”

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L’ex boss di Ponticelli raggiunto da due fermi: per la Dia di Brescia voleva ricostruire il clan. Nel 2022 il tentato omicidio di un collaboratore di giustizia.

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Vincenzo Sarno

Vincenzo Sarno

L’omicidio di Gerardo Tubelli, risalente a quasi 30 anni fa, ha portato al fermo eseguito ieri dalla Squadra Mobile di Napoli. Ma c’è un’altra inchiesta che pende sulla testa di Vincenzo Sarno, ex boss di Ponticelli e ora collaboratore di giustizia, e riguarda fatti decisamente più recenti: sarebbe stato pronto a tornare nel suo quartiere per ricostruire il clan, pronto, ritengono gli inquirenti, “a uccidere donne e bambini” per vendicarsi dei rivali e per ricompattare quello che resta del gruppo criminale che un tempo era stato “padrone” di Ponticelli. Dalle indagini è emerso che Sarno era in contatto con alcuni esponenti ritenuti vicino alla cosca ‘ndranghetista Arena di Isola Capo Rizzuto.

L’imboscata al pentito a Brescia

Le indagini sono partite nel 2022, quando è andata a fuoco l’automobile utilizzata da Domenico Amato, ex collaboratore di giustizia, che a quel tempo si trovava in località protetta nella provincia lombarda. Che fosse doloso, era stato chiaro da subito. E che potesse essere una intimidazione era stato messo in conto. Quello che però è risultato dalle indagini è che dietro c’era un piano per assassinare il pentito.

Secondo gli investigatori, coordinati dalla Direzione Investigativa Antimafia di Brescia, l’incendio sarebbe stato appiccato per indurre il collaboratore di giustizia a uscire di casa, ad andare verso il veicolo. A spingerlo all’aperto, finendo nel mirino dei killer che già erano appostati e pronti a sparare. In quella occasione, però, l’uomo, che forse intuì qualcosa, non uscì e si salvò così la vita.

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Il fermo di indiziato di delitto della Dda di Brescia è stato eseguito ieri, 6 febbraio, nei confronti di tre persone, tra cui Vincenzo Sarno; due di loro sono gravemente indiziate di tentato omicidio e di detenzione e porto di armi alterate. Nella stessa operazione, la Dia di Brescia ha eseguito anche 6 decreti di perquisizione verso altrettanti indagati per la ricerca di armi e droga.

Nel corso delle indagini c’erano stati altri tre arresti, tra cui quello di un altro collaboratore di giustizia, bloccato dopo aver acquistato un fucile di precisione completo di ottica e munizioni, provento di un furto in un’abitazione; secondo gli inquirenti l’arma sarebbe servita per commettere un omicidio che avrebbe potuto innescare una faida.

L’accusa per l’omicidio nella faida

Sarno è stato fermato ieri in provincia di Massa Carrara, ora si trova nel carcere di Brescia. All’uomo la Squadra Mobile di Napoli, con l’ausilio del Servizio Centrale di Protezione, ha notificato il fermo della Dda di Napoli per omicidio aggravato dal metodo mafioso. Si tratta dell’uccisione di Gerardo Tubelli, ammazzato in casa propria il 5 gennaio 1996 a Cercola, in provincia di Napoli. Per gli inquirenti quell’agguato che si colloca negli scontri che, all’epoca, ci furono tra i Sarno e il gruppo Maione/Tubelli, quest’ultimo legato all’Alleanza di Secondigliano; nel commando che fece irruzione nell’abitazione della vittima ci sarebbe stato proprio Vincenzo Sarno.

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Fonte : Fanpage