Lebbra in Sri Lanka: fino a 1.800 nuovi casi all’anno

Il morbo di Hansen colpisce principalmente le province orientali e occidentali. Nonostante con la terapia multi-farmacologica (MDT) lo Sri Lanka abbia ridotto i casi, rimane un “Paese ad alta incidenza”. Il 12 per cento dei pazienti hanno meno di 15 anni, la maggior parte dai 25 ai 45. La lebbra resta associata a forti stigmi sociali. Le autorità sanitarie sottolineano l’importanza della diagnosi precoce e della sensibilizzazione.

Colombo (AsiaNews) – Nonostante l’obiettivo di eliminazione della lebbra fissato dall’OMS nel 1995 – scendere ad almeno un caso ogni 10mila persone – lo Sri Lanka registra dai 1000 ai 1800 nuovi casi all’anno, con il 12 per cento dei pazienti che sono giovani di età inferiore ai 15 anni. La malattia, chiamata anche di Hansen – nome meno stigmatizzante -, persiste soprattutto nelle province orientali e occidentali. Le autorità sanitarie ritengono che la lebbra sia causata da batteri che colpiscono pelle e nervi periferici; circa il 6 per cento dei pazienti presenta lesioni visibili. 

Gli studiosi sottolineano l’importanza di una diagnosi precoce e della sensibilizzazione dell’opinione pubblica. Infatti, lo stigma che per secoli ha afflitto le persone malate di lebbra ancora oggi esiste, nonostante esista una una cura specifica ed efficace: anche in Sri Lanka la maggior parte dei pazienti subisce discriminazioni sociali a causa di miti e incomprensioni sul morbo di Hansen. Per questo, pure i malati sono riluttanti a cercare assistenza medica.

Nel 1983, lo Sri Lanka è stato il primo Paese dell’Asia meridionale a introdurre la terapia multi-farmacologica (MDT) messa a disposizione gratuitamente dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) a tutti i pazienti lebbrosi registrati. Così, grazie a questo trattamento, come accaduto in altri Paesi della regione, anche lo Sri Lanka ha registrato una notevole diminuzione della presenza di lebbra. Nonostante ciò, due decenni dopo, lo Sri Lanka è stato identificato come un Paese con una “alta incidenza ”.

Dilini Wijesekara, medico di comunità e consulente della Campagna anti-lebbra del Ministero della Salute, ha spiegato che “secondo l’OMS, una persona può contrarre la lebbra se rimane vicino a una persona infetta per più di 20 ore alla settimana per un periodo di tre mesi”. Ciò non giustifica l’isolamento che i malati hanno subito nei secoli, relegati spesso in luoghi marginali, nelle periferie delle città. “In Sri Lanka, i pazienti affetti da lebbra diagnosticati presso le cliniche per le malattie della pelle ricevono diverse forme di trattamento. Anche se la maggior parte dei casi di lebbra in Sri Lanka è segnalata tra gli uomini di età compresa tra i 25 e i 45 anni, ne sono affetti anche i più giovani”.

Samadhi Herath e Randesh Samarasinghe, dermatologi, hanno informato AsiaNews che esistono due tipi di lebbra: una trasmissibile e una non trasmissibile. “Per questo motivo, invitiamo il pubblico a consultare un medico, se compaiono i sintomi, e a sostenere i pazienti, invece di isolarli, perché un trattamento precoce può prevenire complicazioni gravi e ridurre la trasmissione”, hanno spiegato. All’inizio degli anni 80 in tutto il Paese c’erano meno di 10 specialisti, la maggior parte dei quali era collegata agli ospedali universitari e a pochi ospedali provinciali. “Lo Sri Lanka è riuscito ad eliminare il numero di pazienti affetti da lebbra grazie alla diagnosi precoce della malattia e al trattamento adeguato. Attualmente, ci sono più di 105 dermatologi in 25 distretti e tutti i pazienti vengono diagnosticati e curati da un dermatologo nelle cliniche come quella per la Lebbra dell’Ospedale Nazionale di Colombo”.

Gli studiosi Sanduni Caldera e Kavindu Tennakoon hanno raccontato che la lebbra è stata documentata per la prima volta nel Paese come malattia infettiva durante il periodo olandese, dal 1640 al 1796. “In quel periodo, la segregazione era l’unica modalità di trattamento e furono istituiti ospedali separati per isolare i pazienti, nel 1708 a Hendala, a nord di Colombo e a Mantivu nel distretto di Batticaloa”. Nel 1901, gli inglesi emanarono la “Lepers’ Ordinance No. 4”, che legalizzava la segregazione obbligatoria dei pazienti lebbrosi. In seguito a questa ordinanza, la segregazione fu autorizzata e tutti i pazienti furono portati negli ospedali di Hendala e Mantivu. Tutti i pazienti vennero registrati e a Hendala venne mantenuto un registro centrale. “Nel 1934 è stato condotto il primo censimento nazionale della lebbra nel Paese – hanno aggiunto -. Nel 1999, lo Sri Lanka ha preso la decisione di integrare i servizi per la lebbra nei servizi sanitari generali, con l’obiettivo di trasferire la responsabilità delle attività di eliminazione della lebbra a un’équipe sanitaria distrettuale”.

Fonte : Asia