La Corte penale internazionale dell’Aja ha dichiarato che, al momento, non risultano procedimenti aperti contro esponenti italiani per “ostacolo all’amministrazione della giustizia”, in riferimento al caso del generale Almasri. La vicenda del generale Almasri sarà discussa martedì sera al Parlamento europeo, come anticipano gli europarlamentari 5 Stelle Danilo Della Valle e Gaetano Pedullà. L’Ue sostiene il ruolo della Corte dell’Aja. “La Corte penale internazionale svolge un ruolo essenziale nel rendere giustizia alle vittime di alcuni dei crimini più orribili del mondo. L’indipendenza e l’imparzialità sono caratteristiche fondamentali del lavoro della Corte”, ha affermato il presidente del Consiglio europeo Antonio Costa.
Caso Almasri, la Corte dell’Aja apre un fascicolo contro il governo Meloni: “Ostacola la giustizia”
Le spiegazioni della Cpi sulla presunta apertura del fascicolo sull’operato del governo
Questa mattina, il quotidiano Avvenire aveva riportato la notizia di una denuncia presentata all’Ufficio del Procuratore della Corte penale internazionale. Il documento, trasmesso al cancelliere e al presidente del Tribunale internazionale, accusa Giorgia Meloni, Carlo Nordio e Matteo Piantedosi di aver abusato dei loro poteri per disobbedire agli obblighi internazionali e nazionali.
La denuncia è stata presentata da un rifugiato sudanese, che nel 2019 era stato ascoltato come testimone delle torture subite insieme alla moglie dal generale libico, durante la loro prigionia in Libia. La lettera è stata protocollata dalla Corte e lo stesso quotidiano cattolico – mostrando un’immagine parziale di un documento che reca un numero seriale – fa riferimento all'”apertura di un fascicolo all’Aja”.
Secca la smentita che arriva attraverso fonti del governo: “Non esiste a oggi nessun procedimento aperto contro l’Italia dalla Corte penale internazionale. Il procuratore, spiegano le stesse fonti, non ha ufficialmente inviato la denuncia del cittadino sudanese né al cancelliere né ai giudici. Il rifugiato sudanese, viene spiegato ancora, ha inviato una mail all’indirizzo mail dedicato dell’ufficio del procuratore. Le comunicazioni sono moltissime, ognuna viene vagliata e solo se ritenuta fondata può originare un procedimento, che richiede mesi. Il tutto viene di solito tenuto riservato, salvo che lo stesso denunciante non lo riveli al pubblico”. La Corte penale internazionale ha chiarito tramite un portavoce che, secondo lo Statuto di Roma, chiunque può inviare informazioni al procuratore, ma queste vengono considerate semplici “comunicazioni” e non commentate fino a una valutazione formale.
Nordio verso una richiesta di spiegazioni alla Cpi
Nonostante i chiarimenti, la vicenda è tutt’altro che chiusa. La Corte dell’Aja finisce nel mirino del Guardasigilli e del governo italiano. Il ministero della Giustizia potrebbe formalizzare nei prossimi giorni alla Corte penale internazionale una richiesta di spiegazioni sulle incongruenze nelle procedure attivate per il mandato di arresto del generale libico. A quanto apprende l’Ansa, la richiesta sarebbe allo studio del ministero. Dure anche le parole del vice premier e ministro degli Esteri Antonio Tajani: “Forse bisogna aprire un’inchiesta sulla Corte penale, bisogna avere chiarimenti su come si è comportata. Comunque confermo, l’atto inviato all’Italia era nullo, condivido al cento per cento quello che ha detto il ministro Nordio”.
Fonte : Today