La Corte penale internazionale è accusata di prendere di mira impropriamente gli Stati Uniti e Israele. L’ordine includerà sia sanzioni finanziarie che restrizioni sui visti contro non specificati funzionari della Cpi e i loro familiari che hanno collaborato alle indagini su cittadini o alleati statunitensi. Intanto un giudice federale di Boston ha sospeso la scadenza dell’offerta dell’amministrazione Trump ai dipendenti federali di presentare le dimissioni, con in cambio una buonuscita di otto mesi di stipendio
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Come previsto nelle scorse ore e anticipato dai media, il presidente Donald Trump ha firmato un ordine esecutivo che autorizza sanzioni contro la Corte penale internazionale, accusata di prendere di mira impropriamente gli Stati Uniti e Israele. Lo rende noto la Casa Bianca. L’ordine includerà sia sanzioni finanziarie che restrizioni sui visti contro non specificati funzionari della Cpi e i loro familiari che hanno collaborato alle indagini su cittadini o alleati statunitensi. Lo scorso novembre, la Cpi aveva emesso mandati di arresto contro il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu, il suo ministro della Difesa e diversi leader di Hamas. L’ordine dell’amministrazione Trump afferma che tale decisione ha creato una “vergognosa equivalenza morale”.
Intanto un giudice federale di Boston, in Massachusetts, ha sospeso temporaneamente la scadenza dell’offerta di esodi incentivati dell’amministrazione Trump, che era stata fissata per le 23.59 di giovedì, e ha programmato un’udienza per lunedì. L’offerta dell’amministrazione Trump ai dipendenti federali – che fa parte del programma di tagli al personale spinto anche da Elon Musk – prevede di presentare subito le dimissioni, con in cambio una buonuscita di otto mesi di stipendio. Tre sindacati, che rappresentano oltre 800mila dipendenti federali, avevano intentato una causa martedì chiedendo un ordine restrittivo temporaneo per sospendere la scadenza, definendo l’offerta “un ultimatum arbitrario, illegale e a breve termine”.
Gli esodi incentivati
L’amministrazione Trump ha proposto ai dipendenti federali la cosiddetta offerta di “dimissioni differite”, dando come scadenza le 23.59 di giovedì 6 febbraio. Ora il governo dovrà inviare un avviso ai dipendenti per informarli che la scadenza è sospesa. L’offerta riguarda circa 2,3 milioni di dipendenti: un funzionario dell’amministrazione Trump ha detto che le persone che hanno aderito al programma fino a giovedì mattina sono almeno 50mila. L’Office of Personnel Management aveva avvertito che chi non aderisce rischia di perdere il lavoro. Due funzionari hanno confermato alla Cnn che l’amministrazione Trump sta pianificando licenziamenti su larga scala a breve.
La nuova udienza
Il giudice distrettuale degli Stati Uniti George A. O’Toole Jr., quindi, ha sospeso la scadenza: durante una breve udienza, ha annunciato la decisione di bloccare temporaneamente il programma di buyout, ovvero gli incentivi all’esodo, per consentire alle parti di avere più tempo per presentare le loro argomentazioni. Lunedì alle 14 (le 20 ora italiana) si terrà un’udienza sulla richiesta dei sindacati federali di un ordine restrittivo temporaneo che blocchi in modo definitivo il programma.
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La scure di Trump e di Musk anche sulla Cia
E la scure di Trump e di Musk è pronta ad abbattersi anche sulla Cia, la maggiore agenzia di intelligence al mondo che si autodefinisce “la prima linea di difesa della nazione”. A tutti i dipendenti, oltre 20mila, sono stati offerti i buyout, gli incentivi all’esodo, in linea con il piano del presidente e del suo “first buddy” di snellire il governo federale e modellarlo sul suo programma. Chi aderisce riceverà circa otto mesi di stipendio e benefit, ma dall’offerta sono stati esclusi i ruoli legati alla sicurezza nazionale, in un apparente riconoscimento della loro funzione cruciale per la sicurezza del Paese. Congelate anche le assunzioni pendenti. Da vedere se la cura dimagrante verrà estesa anche alle altre agenzie di intelligence, come l’Fbi. Di sicuro i tagli procedono all’Usaid, la storica agenzia Usa per la cooperazione internazionale che impiega oltre 10mila persone, e in tutto l’apparato amministrativo federale.
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I tagli di Musk
A ispirare e spingere la riduzione di personale è Musk, che sembra aver trasferito il modello X (ex Twitter) alla burocrazia americana per spazzarla via. Il patron di Tesla e SpaceX vuole tagliare fino al 70% dei dipendenti pubblici, come aveva fatto con la piattaforma poi diventata X dopo l’acquisizione nel 2022, quando lo staff passò da 8mila a 1.500 unità. “È la nostra occasione. Questa è la miglior mano di carte che avremo mai. Se non ne approfittiamo adesso, non succederà più”, ha avvisato su X. L’ufficio gestione del personale federale ha spedito delle email dal titolo “Fork in the Road” (bivio lungo la strada), lo stesso usato da Musk per cacciare i dipendenti di Twitter.
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Fonte : Sky Tg24