OpenAI attacca frontalmente Google aprendo l’accesso anche senza account a ChatGPT search, il suo motore di ricerca integrato nel celebre chatbot AI. Basterà dunque collegarsi al sito ufficiale e fare clic o tap sull’icona del mondo per addentrarsi nel performante sistema di ricerca online che offre un approccio differente rispetto ai classici motori di ricerca visti finora. Ecco come sfruttare al meglio questa nuova opzione basata su intelligenza artificiale generativa.
Seguendo i classici passaggi visti finora con tutte le altre funzionalità di casa, OpenAI apre l’accesso a ChatGPT search per tutti gli utenti e in tutto il mondo, Italia compresa, senza richiedere per forza di effettuare un login con un’utenza personale. Al momento del debutto lo scorso ottobre, il tool era un’esclusiva degli utenti con piano a pagamento – da Plus in su – ma già alla fine del 2024 la funzionalità era stata estesa anche agli utenti con utenza gratuita, per un accesso senza limiti. E ora l’iter si completa con la disponibilità senza accreditarsi, così come è capitato peraltro allo stesso ChatGPT pochi mesi fa. Per utilizzare ChatGPT search basta dunque collegarsi al sito ufficiale , scrivere nella barra di testo quello che si desidera, fare tap o clic sull’icona a forma di mondo sul basso (che si colorerà di blu) e premere invio. L’opzione è disponibile anche da browser mobile, senza dover per forza scaricare l’applicazione per Android o iPhone.
Che cosa può fare ChatGPT search
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ChatGPT search si differenzia da Google e dagli altri motori di ricerca perché propone un’interazione del tutto simile a quella del chatbot AI, quindi con la possibilità di comprendere un linguaggio naturale e proporre risultati come in una sorta di mini pagina informativa stile enciclopedia online. Il testo sarà infatti organizzato e formattato, con i concetti più importanti divisi per punti, con risorse varie e tutti i link alle fonti che sono state utilizzate. Ogni query può essere poi approfondita con ulteriori domande o richieste. Tutto molto interessante, ma è inevitabile sottolineare come spesso possa capitare di incorrere in risultati non corretti, quindi è sempre una buona pratica incrociare più risultati da più fonti.
Fonte : Wired