Asteroide Bennu sulla Terra, la simulazione che mostra le conseguenze dell’impatto

Nel settembre 2182, esattamente tra 157 anni, l’ormai famoso asteroide Bennu potrebbe entrare in rotta di collisione con la Terra. Una probabilità stimata, precisiamo fin da subito, davvero minima, pari allo 0,04%. Sebbene quindi non rappresenti alcuna reale minaccia, quali potrebbero essere gli effetti dell’impatto di Bennu sulla Terra? A provare a rispondere oggi a questa domanda è una coppia di scienziati della Pusan National University in Corea del Sud secondo cui la collisione con un asteroide di medie dimensioni provocherebbe importanti disagi al clima, all’atmosfera e alla fotosintesi. I risultati sono stati pubblicati su Science Advances.

L’asteroide Bennu

Ricordiamo brevemente che Bennu è un asteroide di circa 500 metri, appartenente alla categoria degli asteroidi più antichi e ricchi di materiali a base di carbonio, che è sotto i riflettori ormai da parecchio tempo. Soprattutto dal 2023, quando grazie alla missione Osiris-Rex (acronimo di Origins, Spectral Interpretation, Resource Identification and Security – Regolith Explorer) della Nasa siamo riusciti a far tornare sulla Terra un centinaio di grammi di materiale proveniente dall’asteroide. Dalle successive analisi, pubblicate recentemente su Nature e Nature Astronomy, è emerso che quei campioni contengono molti degli amminoacidi che compongono le proteine e le cinque le basi azotate che costituiscono le molecole di Dna e Rna. Inoltre, presentano diversi minerali che si trovano anche nei fondali di laghi evaporati che erano ricchi di sodio, suggerendo quindi che forse su Bennu era presente acqua liquida.

Le simulazioni dell’impatto dell’asteroide Bennu sulla Terra

Sebbene sia molto più piccolo di Chicxulub, l’asteroide che 66 milioni di anni fa provocò l’estinzione dei dinosauri, Bennu potrebbe comunque avere effetti catastrofici. La potenziale collisione con asteroidi di medie dimensioni, infatti, potrebbe iniettare enormi quantità di polvere nell’atmosfera terrestre, con conseguenze drammatiche sugli ecosistemi terrestri e marini. “Le nostre simulazioni mostrano marcati disagi al clima, all’atmosfera e alla fotosintesi nei 3-4 anni successivi all’impatto”, hanno scritto gli autori dello studio, Lan Dai e Axel Timmerman, che hanno utilizzato il supercomputer Aleph presso l’Ibs Center for Climate Physics per simulare un asteroide di 500 metri in rotta di collisione con la Terra.

Lo scenario post-impatto

Dai calcoli è emerso che un simile impatto rilascerebbe da 100 a 400 milioni di tonnellate di polvere nell’atmosfera del pianeta, sconvolgendo la chimica dell’atmosfera, oscurando il Sole abbastanza da interferire con la fotosintesi e colpendo duramente il clima. “Si prevede che le temperature medie globali diminuiranno di 4 gradi Celsius e che le precipitazioni medie diminuiranno del 15%”, si legge nello studio. Oltre al calo della temperatura e delle precipitazioni, i risultati hanno mostrato una riduzione dell’ozono del 32%. “L’arrivo improvviso dell’inverno fornirebbe condizioni climatiche sfavorevoli alla crescita delle piante, portando a una riduzione iniziale del 20-30% della fotosintesi negli ecosistemi terrestri e marini”, ha spiegato Dai. “Ciò probabilmente causerebbe enormi disagi nella sicurezza alimentare globale”.

Stili di vita diversi

Dalle simulazioni, tuttavia, è emerso che, se da una parte le piante terrestri si sono mostrate sensibili a questi cambiamenti, le alghe non solo si sono riprese più rapidamente, recuperandosi in pochi mesi, ma sono cresciute fino a raggiungere volumi mai raggiunti neanche nelle condizioni climatiche di oggi. Ciò, spiegano i ricercatori, sarebbe dovuto al ferro, un nutriente fondamentale per le alghe, rilasciato al momento dell’impatto. “Ciò vale particolarmente per le diatomee marine, di cui si nutre lo zooplancton, suggerendo una possibile strada per mitigare il problema sulla sicurezza alimentare”, hanno spiegato i ricercatori, aggiungendo che l’umanità probabilmente riuscirebbe a sopravvivere all’impatto con Bennu, ma con stili di vita radicalmente modificati. “In media, gli asteroidi di medie dimensioni entrano in collisione con la Terra ogni 100-200 mila anni circa”, ha concluso Timmermann. “Ciò significa che i nostri primi antenati umani potrebbero aver già sperimentato alcuni di questi eventi di instabilità del pianeta con potenziali impatti sull’evoluzione umana e persino sul nostro corredo genetico”.

Fonte : Wired