Le impediscono di entrare nel negozio perché ha un cane da assistenza: “Sono stata discriminata”

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Immagine a scopo esemplificativo

A una donna è stato impedito di entrare in una paninoteca perché aveva con sé il suo cane di assistenza. È successo alla 42enne Louise Harris, affetta da sclerosi multipla, che durante una tranquilla giornata a York, nel nord dell’Inghilterra, è stata cacciata da un Subway perché era entrata con il suo cane d’assistenza Bella.

Il dipendente che le ha intimato di uscire non ha voluto sentire ragioni e ha messo alla porta sia la donna che la cagnolina, una simil Barboncina, una tipologia di cane che raramente viene presa sul serio nel ruolo di supporto per le persone con disabilità.

La storia di Harris: discriminata perché ha un cane da assistenza

Harris aveva viaggiato per oltre 190 chilometri per andare dalla cittadina di Stoke-on-Trent a quella di York, dove si trova una grande pista di pattinaggio sul ghiaccio. Era partita con tutta la sua famiglia per trascorrere una giornata spensierata e per il pranzo hanno deciso di andare da Subway, una catena di fast food molto popolare in Inghilterra. Harris ha prenotato online i panini per tutti e poi è entrata nel negozio per mangiare con la sua famiglia.

A questo punto però è stata immediatamente fermata da un dipendente che le che non poteva entrare con il cane. Alla donna è caduto il mondo addosso: Bella, la sua cagnolina non è un cane qualsiasi, ma un cane di assistenza in grado di sostenerla e aiutarla ad affrontare le sfide quotidiane che la sclerosi multipla le mette davanti tutti i giorni. Per lei anche entrare in un fastfood per un panino non è possibile senza il supporto della sua Bella.

Harris ha quindi fatto notare la pettorina del cane, arancione e molto vistosa che serve proprio per identificarla come cane d’assistenza, e quindi necessaria per la persona che è con lei. Anche questo però non è servito a niente: il negozio accetta solo cani guida, tutti gli altri animali devono restare fuori.

La scelta di interdire l’accesso ai cani spesso ha motivi legati all’igiene, ad esempio in supermercati e ristoranti. La scelta spetta sempre al proprietario anche se si tratta di esercizi aperti al pubblico, tuttavia sono sempre di più quelli che consento l’accesso ai cani prendendo qualche semplice precauzione.

Subway però non è tra questi. Alla fine Harris ha fatto marcia indietro, sentendosi ancora una volta una cittadina di serie B a causa della sua disabilità, come ha raccontato lei stessa alla Bbc: “Mi sono sentito molto discriminato, arrabbiato, non mi sentivo una persona vera. La malattia influenza parecchio la mia vita quotidiana, persino aprire le porte. Certe volte non vuoi entrare nei negozi e sentirti discriminato fin dal primo momento, vuoi poterti sentire come tutti gli altri“.

Ora però Subway dovrà rispondere del trattamento inflitto a Harris. La legge inglese tutela le persone bisognose d’assistenza e i loro cani attraverso l’Equality Act del 2010. Secondo il documento, rientrano nella definizione di cani d’assistenza tutti quelli formati per guidare una persona non vedente, assistere una persona sorda, e anche quelli “addestrati da un ente di beneficenza prescritto per assistere una persona che ha una disabilità che consiste nell’epilessia o che influisce sulla mobilità, sulla destrezza manuale, sulla coordinazione fisica o sulla capacità di sollevare, trasportare o spostare in altro modo oggetti di uso quotidiano della persona”. In quest’ultima casistica rientra proprio Harris.

Anche se la percezione delle persone è diversa, la legge inglese non fa distinzione tra cane guida e cane d’assistenza. Al contrario di quello che avviene ancora oggi in Italia.

Chi sono i cani da assistenza e in cosa sono diversi dai cani guida

I cani guida per persone non vedenti sono gli unici riconosciuti dalla legge italiana. Per tutte le altre persone con disabilità, l’accesso nei luoghi pubblici aperti al pubblico come pub e negozi, è lasciata alla libera scelta degli esercenti.

A tutelare i diritti delle persone non vedenti accompagnate dai loro cani è la legge 14 febbraio 1974, n. 37, rafforzata dalla legge 8 febbraio 2006, n. 60, come spiega l’avvocato Salvatore Cappai, civilista ed esperto in diritto degli animali: «Il non vedente ha diritto di farsi accompagnare dal proprio cane guida in tutti i luoghi pubblici, aperti al pubblico, nei locali pubblici e persino su ogni mezzo di trasporto pubblico».

Lo stesso però non vale per gli altri cani da assistenza. Consapevoli di questo vuoto normativo, recentemente la ministra per le Disabilità, Alessandra Locatelli, è intervenuta inserendo in Legge di Bilancio una norma che punta proprio a “garantire l’accesso libero ai cani d’assistenza sui mezzi di trasporto pubblico e nei luoghi aperti al pubblico, così come già previsto per i cani guida”.

Fonte : Fanpage