Bridget Jones Un amore di ragazzo, la recensione del film che ci restituisce la nostra eroina imperfetta

Goffa, arruffata, perennemente fuori posto e con l’anima incasinata: Bridget Jones è tornata. Quello diretto da Michael Morris (il 14 febbraio in anteprima e dal 27 al cinema)è un nuovo capitolo che rischiava di arrivare fuori tempo massimo e che invece centra l’obiettivo: raccontare che ne è stata di quella ragazza che a fatica aveva trovato l’amore, come si sono concretizzati i suoi sogni e le sue ambizioni, che tipo di donna è diventata. Lo scopriamo già alle prime scene di Bridget Jones – Un amore di ragazzo, in cui affannata e maldestra Mrs. Darcy cerca di preparare la colazione ai suoi bambini, finendo irrimediabilmente per bruciare tutto. Che Renée Zellweger sia brava (anche) nella slapstick comedy è risaputo, che ami dotare la sua Bridget di una serie illimitata di smorfie e faccine sopra le righe anche, il bello di questo nuovo capitolo è lo spessore in scrittura che le viene affidato.

Universal Pictures

Crescere, ci ricorda Bridget Jones, è fare i conti con la perdita e con il dolore. Per fortuna ci sono gli amici. C’è il mitico Zio Daniel, che altri non è se non il suo primo amore, un Hugh Grant in grande spolvero, irresistibile spalla comica del film con un personaggio che è il solito inguaribile sciupamodelle, intento a insegnare ai bambini come preparare cocktail infallibili. C’è anche Emma Thompson, esilarante nei panni della ginecologa confidente, che darà l’unico consiglio utile tra i migliaia ricevuti alla protagonista: abbracciare il caos e andare avanti. Ma prima, tornare al lavoro. Sì perché Bridget Jones non è solo una donna assai incasinata che cerca di rimettersi in sesto, dopo due gravi lutti e quattro anni di depressione, ma riscopre la passione per il suo mestiere, la producer tv.

Fonte : Wired