Amalia Ercoli Finzi e il sogno di Marte, “Andiamo nello spazio perché abbiamo sete di conoscenza”

E le cose poi sono cambiate?

No. Le mie affermazioni sono state messe in discussione molte volte perché c’è chi pensa ancora che una donna non possa ragionare. Gli uomini si ritengono intelligenti per natura. Mia nonna, nata nel 1881, mi diceva sempre: ‘se devi fare un complimento a un uomo, digli che è bello, perché di essere intelligente lui lo sa già’. Ho conosciuto invece moltissime ragazze di ogni età che mi hanno detto: ‘ho il dubbio di non aver capito, forse non sono abbastanza intelligente’”.

Cosa possiamo fare?

Il futuro e il progresso sono nelle mani di chi conosce le materie scientifiche e la tecnologia. La mia missione oggi è convincere le ragazze che possono fare tutto: essere ingegnere, andare sulla luna, fare le scienziate. Ci vogliono intelligenza e cuore”.

Eppure secondo l’Istat solo 1 laureata su 6 è in ambito scientifico e tecnologico. Continuiamo a pensare di non essere portate?

È un’auto convinzione. La matematica si impara solo se spiegata bene. Due più due fa quattro, un terzo più un terzo è una somma di frazioni. La colpa è dei professori e della scuola. Bisognerebbe formarli meglio. E poi è una questione di fiducia in se stesse. Abbiamo intorno a noi un intero mondo che ci dice ‘non sei abbastanza brava, non è una cosa da donna, dedicati alla cura degli altri’. Ce lo ripetono come un mantra, da sempre. Io me lo sono sentito dire per tutta la vita”.

Ha ancora sogni professionali?

Il mio sogno scientifico è quello di vedere l’equipaggio su Marte. Io a quell’epoca non ci sarò più, ma sarò direttamente su Marte a dare una mano agli astronauti”.

Andrebbe nello spazio?

Mai. Mi è stato proposto di fare l’astronauta, perché ho una certa preparazione e peso poco. Ma io soffro anche l’ascensore”.

È appena uscito il suo ultimo libro Le ragazze della Luna, scritto con sua figlia Elvina e Tommaso Tirelli

Sono interviste a scienziate che stanno contribuendo a disegnare un mondo migliore. Questo è il mio quarto libro”.

Un’ultima domanda. Qual è oggi la sua difficoltà più grande?

Accettare il mondo in cui viviamo. Dove non c’è inclusione, non c’è amore, non c’è pace, non c’è tolleranza. Ecco, ogni tanto, mi arrabbio: come è possibile? Ci vorrebbe così poco. E invece facciamo l’impossibile per farci del male”.

Fonte : Wired