Nordio e Piantedosi, tutte le contraddizioni sulla scarcerazione e il rimpatrio di Almasri

Il ministro della Giustizia, Carlo Nordio

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La contraddizione più evidente di Nordio riguarda proprio il mandato di cattura della Corte penale internazionale, arrivato sulla sua scrivania il 19 gennaio e rimasto lì fino al 21 gennaio, giorno in cui la Corte d’appello di Roma, non ricevendo alcun riscontro dal ministero della Giustizia, ne ordina la scarcerazione. Perché il ministro non ha dato seguito alla richiesta della Cpi come prevede la legge? “È arrivata in lingua inglese senza essere tradotto – spiega il ministro in aula – con una serie di criticità che avrebbero reso impossibile l’immediata adesione del ministero alla richiesta arrivata dalla Corte d’appello di Roma”. Insomma, il ministero della Giustizia della Repubblica Italiana non dispone di un traduttore, quindi non ci sarebbe stato tempo di esaminare la documentazione proveniente dall’estero.

Il ministro della Giustizia non doveva fare alcuna valutazione

Tuttavia, lo stesso Nordio contesta le criticità, che a suo avviso sarebbero state confermate da una nuova versione corretta del mandato d’arresto arrivata quattro giorni dopo. La domanda sorge spontanea: ha letto o non ha letto quelle carte? Stando a quanto scrive la Corte d’appello di Roma, non c’era nessun vizio di forma nel mandato di cattura, quindi la scelta del ministro è stata politica.

Lo stesso procuratore ha ribadito che la scarcerazione è stata conseguente alla mancata risposta del ministero, che ha fatto scadere i termini. Nordio il 21 gennaio dirama una nota in cui dichiara che sta valutando il fascicolo, ma in quel momento Almasri è già stato scarcerato. C’è poi una grande incongruenza: la legge 237 spiega molto chiaramente che non è il ministro della Giustizia a dover valutare la fondatezza di un mandato d’arresto della Corte penale internazionale, e non a caso la premier Giorgia Meloni, in un primo momento, afferma che Almasri è stato scarcerato perché il ministro Nordio non è stato avvisato per tempo dell’arresto. Oggi il diretto interessato ha detto esattamente il contrario: i suoi uffici – ha ammesso – avevano ricevuto la segnalazione dell’arresto del capo della polizia penitenziaria libica sia domenica 19 che lunedì 20 gennaio.

Le omissioni di Piantedosi

Osama Njeem Almasri sarà poi riportato in Libia da un volo di Stato. Ad attenderlo in patria troverà una folla festante. E qui entra in scena il ministro italiano dell’Interno, Matteo Piantedosi. Quello che non torna, in questo caso, sono gli orari con cui è stato predisposto il volo di Stato che ha riportato il torturatore nel suo Paese. Come detto, la Corte d’appello di Roma ordina la scarcerazione di Almasri nella tarda mattinata del 21 gennaio, ma il Falcon è già ad attenderlo all’aeroporto di Torino.

Fonte : Wired