Usaid, Trump ha lasciato l’agenzia senza dipendenti

Nel frattempo, il nuovo segretario di Stato americano Marco Rubio, che il 3 febbraio ha assunto la guida ad interim dello Usaid, è sembrato voler scaricare le responsabilità sulle organizzazioni umanitarie. “Se un’organizzazione riceve fondi dagli Stati Uniti e non sa come applicare una deroga, allora ho seri dubbi sulla sua competenza“, ha detto Rubio, alludendo alla possibilità che alcuni gruppi stiano “sabotando deliberatamente” il processo per motivi politici.

Quando era un senatore tuttavia Rubio ha ripetutamente espresso il proprio sostegno ad alcuni programmi di aiuti esteri. “Non sono beneficienza – aveva scritto sui social media nel 2017 –. Dobbiamo assicurarci che siano spesi bene, ma rappresentano meno dell’1% del budget e sono fondamentali per la nostra sicurezza nazionale“. Nel 2019 l’attuale segretario di Stato aveva addirittura detto di essere al lavoro per “ottenere il sostegno del Congresso per un piano multilaterale di aiuti umanitari, in modo da poter portare cibo e medicine al popolo che soffre del Venezuela” (la Florida, lo stato di Rubio, ha un’ampia popolazione venezuelana).

Nel 2023 lo Usaid ha fornito assistenza a circa 130 paesi. Secondo il Congressional research service, i principali beneficiari degli aiuti sono stati Ucraina, Etiopia, Giordania, Repubblica Democratica del Congo, Somalia, Yemen, Afghanistan, Nigeria, Sud Sudan e Siria.

Lo smantellamento dell’agenzia fa parte della più ampia agenda “America First promossa dalla nuova amministrazione Trump, che prevede il ritiro da una serie di organizzazioni internazionali e di sforzi diplomatici. Dopo l’Organizzazione mondiale della sanità e l’Accordo di Parigi, il 4 febbraio il presidente americano ha firmato un ordine esecutivo che sancisce l’uscita del paese anche dal Consiglio per i diritti umani delle Nazioni Unite.

Questo articolo è apparso originariamente su Wired US.

Fonte : Wired