Da 25 anni Chris Anderson è l’uomo che sta dietro tutta l’arguzia, la saggezza e, a volte, le farneticazioni un po’ smielate dei Ted talks. Dopo aver preso le redini della piccola ma influente conferenza annuale dedicata a “tecnologia, intrattenimento e design” (technology, entertainment and design, da qui l’acronimo Ted) nel 2000, Anderson l’ha trasformata in un rinomato – anche se a volte deriso – conglomerato di “idee che vale la pena condividere“. Oggi Ted comprende un canale YouTube molto visitato, migliaia di incontri a livello locale chiamati Tedx e un archivio con oltre 250mila discorsi, tra cui anche quelli di Elon Musk, Monica Lewinsky e l’immancabile Bono. Ci sono poi i podcast, un programma radiofonico negli Stati Uniti e un’iniziativa educativa chiamata Ted-Ed.
La cessione dei Ted talks
Ora Anderson è pronto a passare il testimone. Il 4 febbraio ha annunciato che si dimetterà dall’organizzazione non profit e che ha intenzione di cederla alla persona che avrà l’idea migliore su cosa farne. “Sembra un’idea folle, ma tutto quello che è successo a Ted da quando lo supervisiono è successo quando abbiamo lasciato andare qualcosa – ha raccontato in esclusiva a Wired US –. Abbiamo regalato i nostri contenuti, ed è questo che ha reso Ted virale. Abbiamo ceduto il marchio sotto forma di licenze Tedx. Quando dai a un’altra persona il controllo di qualcosa, la stai motivando a fare del suo meglio. Ted può fare cose incredibili nel suo prossimo capitolo. Per questo penso che sia giunto il momento di riprovare a lasciare andare e farsi stupire“.
Anderson sottolinea che il suo non è un caso di burnout, anche se 25 anni sono tanti. Non guadagnerà dalla cessione: avendo diretto pubblicazioni tecnologiche negli anni Ottanta e Novanta i soldi non gli mancano (a Ted non ha mai percepito uno stipendio). Nonostante la percezione che i Ted talks abbiano siano ormai in declino, Anderson osserva che l’organizzazione è in buona salute. Dopo il calo degli iscritti durante la pandemia, le finanze dell’azienda ormai si sono riassestate. Nell’ultima dichiarazione il bilancio è in pareggio e Anderson dice che l’organizzazione ha 25 milioni di dollari di liquidità. Aggiunge anzi che i posti per il prossimo ciclo di conferenze – che durerà una settimana e sarà ospitata in un teatro da 1.500 posti costruito su misura a Vancouver, in Canada – sono esauriti come sempre (nella maggior parte dei casi a 12.500 dollari l’uno). Tra gli oratori ci sarà anche Sam Altman di OpenAI.
Se siete interessati a rilevare Ted, come prima cosa controllate il conto in banca. Anderson cerca una persona che abbia i soldi per portare l’organizzazione al livello successivo. Chi potrebbe essere? L’attuale capo di Ted ha in mente un’università, una grande organizzazione filantropica, un’importante testata giornalistica, una città alla ricerca di una versione più cerebrale del Fringe festival di Edinburgo, o magari una grande azienda tecnologica o di intelligenza artificiale. (immaginate come saranno contenti gli ex relatori quando scopriranno che i loro interventi verranno utilizzati per addestrare la prossima versione di Gemini o Copilot). Anderson ipotizza che un’organizzazione collettiva decentralizzata e autonoma (Dao) – un gruppo organizzato su blockchain – potrebbe gestire l’attuale comunità. L’idea sembra inverosimile, ma in fondo lo sono anche alcuni dei discorsi pronunciati sul celebre cerchio rosso del Ted.
Fonte : Wired