La mamma del 23enne ucciso a Milano: “Il suo assassino condannato a 14 anni, mio figlio ammazzato due volte”

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La mamma di Yuri dopo l’arrivo della condanna per Cubaa Bilel, il 29enne accusato di aver strangolato e ucciso il figlio: “Siamo un paese senza giustizia. Io non ho mai creduto alla legge in Italia e ora ne ho avuto conferma”.

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"Me l’hanno ammazzato due volte". A parlare è Giovanna Nucera, la mamma di Yuri Urizio, il 23enne che è stato strangolato e ucciso in Darsena a Milano a settembre 2023. "Siamo un paese senza giustizia", ha continuato la donna in riferimento alla condanna ricevuta da Cubaa Bilel, il 29enne accusato di aver ucciso il figlio soffocandolo a mani nude per sette interminabili minuti.
Me l’hanno ammazzato due volte“. A parlare è Giovanna Nucera, la mamma di Yuri Urizio, il 23enne che è stato strangolato e ucciso in Darsena a Milano a settembre 2023. “Siamo un paese senza giustizia“, ha continuato la donna in riferimento alla condanna ricevuta da Cubaa Bilel, il 29enne accusato di aver ucciso il figlio soffocandolo a mani nude per sette interminabili minuti.

Due giorni fa, infatti, i giudici della Corte d’Assise di Milano hanno accolto la richiesta del pubblico ministero Luca Poniz, condannando il 29enne a quattordici anni di reclusione per omicidio volontario. I giudici hanno anche disposto l’espulsione dall’Italia di Cubaa Bilel, che scatterà nel momento in cui l’uomo terminerà di scontare la pena. Per la madre della vittima è stata invece prevista una provvisionale da duecentomila euro.

Secondo alcune testimonianze, l’uomo, poco prima della sentenza, avrebbe chiesto scusa alla famiglia e agli amici del 23enne. “L’imputato ha chiesto scusa? A me delle sue scuse non importa niente, mio figlio non me lo ridarà nessuno“, ha commentato in seguito la madre di Yuri ai microfoni di Ore 14, un servizio televisivo di Rai 2.

Siamo un paese senza giustizia. Io non ho mai creduto alla legge in Italia e ora ne ho avuto conferma“, ha detto ancora la donna. “Non sono mai nemmeno stata sentita dalla procura in questi mesi. Avrei potuto dire quello che c’era nel portafoglio che è stato trovato vicino a Yuri, banconote in lire che mio figlio aveva mostrato e che erano per lui un ricordo del padre. Avrei potuto dire tante cose ma nessuno me le ha mai chieste. L’unica cosa che mi resta oggi è cercare di fargli avere giustizia. Yuri è con me in ogni istante“.

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Alle parole della madre, si uniscono quelle dell’avvocato Fabio Gualdi, al suo fianco: “Questa non è una pena di giustizia. Capisco l’aspetto riabilitativo delle sentenze, ma bisogna anche pagare per quello che si commette e in questo caso lo sbilanciamento è eccessivo e tutto da una parte“.

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Fonte : Fanpage