Corso di educazione sessuale basato sulla castità in una scuola pubblica: il PD presenta due interrogazioni

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Un corso di educazione sessuale nelle scuole pubbliche, affidato a un’associazione di matrice ultracattolica, ha sollevato proteste e interrogativi. Ora il Partito Democratico chiede chiarimenti al governo con una serie di interrogazioni parlamentari.

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“Sarebbe bello poter discutere seriamente di educazione sessuale nelle scuole, ma invece ci tocca leggere una lettera in cui il sindaco di San Donà di Piave, Alberto Teso, ci spiega la sessualità con una metafora sui pistoni e i cilindri. Il problema, però, è che qui non siamo in un’officina meccanica: stiamo parlando dell’educazione di ragazzi e ragazze”, interviene così a Fanpage.it la deputata del Pd Rachele Scarpa sul caso Teen STAR, un programma di educazione sessuale e affettiva che ha scatenato polemiche in un istituto scolastico pubblico di San Donà di Piave per i suoi criteri di insegnamento.

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Dopo le proteste di alcune famiglie e la mancanza di risposte da parte delle istituzioni locali, il Partito Democratico ha presentato interrogazioni in Parlamento e in Regione Veneto per fare luce sulla vicenda e sulla presenza di associazioni di matrice confessionale nelle scuole pubbliche.

Il caso

Le polemiche sono iniziate dopo che un gruppo di genitori di San Donà di Piave ha denunciato a gran voce i criteri di insegnamento dell’Associazione Teen Star, ispirato a un approccio estremamente cattolico alla sessualità. Il corso Teen Star, che si propone di educare gli adolescenti alla responsabilità sessuale, insegna che i contraccettivi sono pericolosi.

Al posto dei preservativi propone il “metodo del ciclo ovulatorio” come unica forma di contraccezione: secondo quanto riportato da alcuni genitori, alcune alunne sono state così invitate a compilare un modulo sul ciclo mestruale e a identificare i giorni fertili attraverso il controllo del liquido vaginale, un procedimento che, certo, non fornisce certezze scientifiche, dato che il ciclo mestruale può essere irregolare.

Il programma, pur essendo promosso come laico e aconfessionale, si basa su principi morali ispirati all’antropologia di Karol Wojtyla, ponendo al centro del dibattito il valore intrinseco della persona e della sessualità, in un’ottica che, secondo i critici, potrebbe entrare in conflitto con il diritto all’informazione completa e scientificamente accurata in tema di salute sessuale.

Cos’è Teen STAR e cosa insegna nelle scuole

Teen STAR è un programma internazionale di educazione sessuale nato negli Stati Uniti e diffuso in vari paesi, Italia compresa. Fondato dalla suora missionaria Hanna Klaus e ispirato alla “Teologia del corpo” di Giovanni Paolo II, il metodo promuove la castità e i metodi naturali di regolazione della fertilità. In Italia, Teen STAR è accreditato dal Ministero dell’Istruzione come ente di formazione per il personale scolastico, il che permette agli insegnanti di seguire i suoi corsi con fondi pubblici. Secondo la ginecologa cilena Pilar Vigil, esperta mondiale di fertilità e docente all’Università Cattolica di Santiago del Cile, e guida internazionale di Teen Star, i contraccettivi ormonali sarebbero dannosi per la salute delle donne e responsabili di gravi conseguenze fisiche e psichiche. Vigil promuove metodi naturali basati sull’osservazione del ciclo ovulatorio e sull’astinenza sessuale, considerati gli unici strumenti accettabili per la regolazione della fertilità.

Nel lontano 2018 in un incontro a Rimini la dottoressa cilena raccontava che ad avvicinarla alla scienza era stato Dio. Nello stesso anno parlava così, anche sulla testata Tempi:

“Tutti abbiamo una sessualità, fa parte dell’essere umano, o siamo tutti esperti dell’essere umano o non lo è nessuno. E all’essere umano interessa realizzare il suo desiderio di amare ed essere amato, non proteggersi da questo desiderio. Invece oggi cosa succede? C’è la pillola, il preservativo, l’impianto, la terapia retrovirale, quella virale, protettori di ogni genere. E l’educazione sessuale è diventata una sorta di addestramento alla protezione da un indefinibile nemico, il sesso un rischio da affrontare “responsabilmente”, in altre parole bardati da astronauti nell’andare verso l’altro. Ma l’intimità chiede tutto, vuole perfino il cuore dell’altro. Come si fa ad avvicinarsi al più intimo dei gesti come se andassimo incontro a un pericolo?”.

La protesta dei genitori: “Nessuna trasparenza sui contenuti”

Cinque famiglie di San Donà di Piave hanno sollevato il caso quando hanno scoperto che il corso Teen STAR era stato introdotto nella scuola dei loro figli senza un’adeguata informazione sulle modalità e sui contenuti. I genitori hanno immediatamente chiesto chiarimenti su chi fosse a tenere le lezioni, quali fossero le qualifiche dei tutor e se vi fosse stato un reale vaglio da parte dell’amministrazione comunale e scolastica. Le richieste sono rimaste senza risposta per mesi. Alcuni genitori hanno denunciato che i materiali didattici di Teen STAR non sono accessibili al pubblico e che l’associazione si rifiuta di divulgarli per ragioni di riservatezza. “A scuola non possiamo entrare per verificare cosa viene detto ai nostri figli, mentre Teen STAR ha libero accesso senza alcun controllo sulla preparazione e sulle competenze dei suoi tutor” scrive un genitore in un post sui social.

“Quale vaglio è stato fatto sull’adeguatezza pedagogica, personale, professionale, psicologica delle persone che sono entrate in aula? La scuola ha sostenuto, e non ho motivo di dubitare, che l’affidamento -diretto- del corso a Teen Star da parte dell’amministrazione comunale fosse chiara espressione di una diligente verifica dell’idoneità dei tutor a formare i ragazzi. La verifica l’ha fatta l’assessora? Il comune? Una commissione in comune? Il ministero? Chi?”, si legge ancora.

Il sindaco e l’amministrazione comunale: “Non c’è nulla di ideologico”

Il sindaco di San Donà di Piave, Alberto Teso, sembra aver voluto minimizzato le polemiche, sostenendo che Teen STAR sia un programma educativo come altri e che non abbia alcuna connotazione ideologica. In una lettera ai giornali, ha paragonato il rapporto tra uomini e donne al funzionamento di pistoni e cilindri, suscitando indignazione tra chi chiedeva una discussione seria sul tema. Nel frattempo, l’assessora all’istruzione Federica Marcuzzo, destinataria delle richieste di chiarimento da parte delle famiglie, non ha fornito risposte, lasciando irrisolti i dubbi sulla selezione e sulla formazione dei tutor che operano nelle scuole.

Il legame tra Teen STAR, l’app Femm e il finanziere Sean Fieler

Dietro la diffusione di Teen STAR c’è anche un forte interesse economico: Pilar Vigil, oltre a guidare il programma, fa parte del comitato scientifico di Femm, un’app di monitoraggio della fertilità finanziata dal magnate americano Sean Fieler, noto per le sue posizioni ultracattoliche, antiabortiste e conservatrici molto vicine a quelle di Donald Trump.

Fieler, attraverso le sue fondazioni, ha investito milioni di dollari in progetti legati alla promozione della castità, al contrasto dei diritti LGBTQI+ e alla diffusione di metodi naturali per la regolazione della fertilità. Ha inoltre sostenuto economicamente Femm e altre iniziative connesse alla Chiesa cattolica, contribuendo alla diffusione di programmi come Teen STAR.

L’applicazione Femm, insieme al metodo BOMA (una versione aggiornata del vecchio metodo Ogino-Knaus), si basa sugli stessi principi di Teen STAR: rifiuto della contraccezione artificiale, promozione della castità e regolazione della fertilità attraverso l’osservazione del ciclo mestruale. In pratica, un sistema che trasforma l’educazione sessuale in un business globale gestito da ambienti ultraconservatori.

L’assenza di regole sull’educazione sessuale in Italia

“Teen Star continua a negare i materiali e i contenuti effettivi dei suoi corsi, rifiutando di essere trasparente su ciò che viene effettivamente insegnato ai ragazzi. Se questo è il metodo con cui si intende educare alla responsabilità e al rispetto, non c’è da stare tranquilli”, sottolinea Scarpa a Fanpage.it.

A differenza di molti altri paesi europei, l’Italia non ha una legge che introduce l’educazione sessuale nei programmi scolastici. L’autonomia scolastica permette agli istituti di organizzare corsi, spesso affidandosi a enti privati senza un controllo sui contenuti e sulla preparazione dei formatori. Teen STAR si è inserita così in questo vuoto normativo, arrivando a tenere corsi in oltre 50 province italiane con 4.085 tutor attivi. Grazie all’accreditamento ministeriale, i suoi corsi possono essere finanziati con fondi pubblici, ma senza alcuna verifica sui materiali didattici o sulle qualifiche degli educatori.

Per questo motivo sono state presentate due interrogazioni dal Partito Democratico che chiedono al governo di chiarire quali controlli vengono effettuati sui contenuti e sui tutor dei corsi di educazione sessuale organizzati nelle scuole pubbliche, come sia possibile che un’associazione come Teen STAR, con un’impronta ideologica chiara, possa entrare nelle aule senza alcun vaglio e se sia opportuno che fondi pubblici vengano usati per formare tutor con un metodo che non ha validazione scientifica riconosciuta a livello accademico.

“L’educazione sessuale è un diritto degli studenti non può essere un veicolo di messaggi ideologici” aggiunge Scarpa, che conclude.

Il progetto passa all’Ulss4

È notizia delle ultime ore che l’Unità Locale Socio Sanitaria (Ulss) avrebbe ripreso in mano il progetto. A dirlo con un post su Facebook il circolo Pd di San Donà: “È chiaro che certi spazi non possono essere lasciati alla propaganda dei pro life, che con le loro teorie bislacche e i loro precetti moralistici rischiano di fare più danni che altro, soprattutto tra i giovani.Ora, grazie a operatori qualificati della sanità pubblica, quelli veri, formati ed esperti, i nostri studenti potranno finalmente ricevere un’educazione affettiva e sessuale degna del XXI secolo. Ovvero, imparare ad amare chi vogliono, come vogliono e quando vogliono, ma soprattutto farlo in modo sicuro e consapevole”.

La battaglia ora si sposta comunque in Parlamento, dove si chiede al governo di fare chiarezza.

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Fonte : Fanpage