Con il ddl Sicurezza, l’Italia rischia di diventare come l’Ungheria. È l’allarme lanciato dagli esponenti dell’Alleanza Verdi e Sinistra, che hanno organizzato un evento sul tema al Parlamento di Bruxelles con la partecipazione della Rete nazionale ‘No ddl sicurezza’.
“In Europa abbiamo già visto cosa succede quando in uno Stato membro non si rispettano i diritti di dissenso e di protesta, come in Ungheria. Oggi, invece di fare tutto il possibile per evitare che ciò si ripeta, in Italia vediamo un altro Stato membro che va incontro ai medesimi rischi a causa di un provvedimento liberticida e autoritario”, ha detto l’europarlamentare Benedetta Scuderi in conferenza stampa.
“L’Italia non è sola e noi dobbiamo far sì che l’Europa rimanga al nostro fianco, quella stessa Europa che deve continuare a tutelare la democrazia, le libertà e i diritti fondamentali. Questi sono anche i valori fondamentali che hanno portato alla fondazione dell’Ue e questa è l’Ue di cui vogliamo parlare oggi”, ha aggiunto Scuderi.
“Avvitamento autoritario”
Mimmo Lucano ha invece definito il ddl Sicurezza “un avvitamento autoritario e pericoloso che va a toccare il diritto di contestare un mondo ingiusto”. “Spesso, quando la destra parla di sicurezza, finisce col prendersela con i più deboli, con chi vive ai margini”, ha evidenziato l’ex sindaco di Riace, secondo cui il provvedimento voluto dal governo di Giorgia Meloni “prova a criminalizzare ogni forma di dissenso”.
“Porteremo questa battaglia” contro il ddl Sicurezza “in ogni luogo, sino alla fine, a Roma come a Bruxelles, ma non si può giocare solo nelle istituzioni: bisogna uscire e lottare nella società, nelle piazze, nelle scuole e nelle università. Serve creare una piattaforma democratica alternativa e ampia”, ha detto il segretario di Sinistra Italiana, Nicola Fratoianni, anche lui al Parlamento europeo per l’iniziativa, insieme all’altro leader di Avs, il co-portavoce di Europa Verde, Angelo Bonelli.
I prossimi passi
La discussione del disegno di legge, che ha già avuto l’ok dei deputati in Parlamento, potrebbe cominciare al Senato a inizio marzo se sarà approvato dalle commissioni Affari costituzionali e Giustizia che lo stanno esaminando da alcune settimane bocciando, finora, gli emendamenti delle opposizioni, oltre mille in tutto. Se dovessero essere approvate delle modifiche ovviamente il testo dovrebbe tornare alla Camera per una nuova lettura.
Fonte : Today