Sono 1.923, otto in più rispetto al 2024, i prodotti che fanno parte del paniere Istat del 2025 utilizzato per il calcolo dell’inflazione. L’istituto di sondaggistica aggiorna ogni anno l’elenco dei beni e servizi più acquistati dalle famiglie. L’aggiornamento dei beni e servizi tiene conto delle nuove abitudini di spesa, dell’evoluzione delle normative e amplia l’elenco dei prodotti considerati di consumo consolidato.
I prodotti che entrano e quelli che escono
Tra le new entry nel paniere Istat del 2025 ci sono lo speck da banco, i pantaloni corti da donna (shorts), la lampada da soffitto, il cono gelato, la camera d’aria per la bici, le spazzole tergicristalli e il topper, cioè lo strato di imbottitura da aggiungere al materasso per aumentarne il comfort, reso noto dalla trasmissione “4 Hotel con Bruno Barbieri”.
Un’altra novità del paniere Istat del 2025 riguarda i prodotti per gli animali domestici: alcuni prezzi, prima rilevati solo con gli scanner raccolti direttamente dai registratori di cassa di supermercati e negozi vengono ora rilevati anche dagli Uffici comunali di statistica attraverso metodi tradizionali. Questo permette di includere i prezzi esposti nei piccoli negozi specializzati. Nello specifico, entrano nel paniere i sacchetti igienici per cani e le ciotole per cani e gatti, ampliando l’aggregato “altri prodotti per animali domestici”.
Escono invece il test sierologico e il tampone molecolare per il Covid-19, perché ci si aspetta un utilizzo molto ridotto nel 2025. Viene esclusa anche la sezione sui prezzi dell’energia elettrica per le famiglie che passano dal mercato tutelato a quello libero.
Le modalità di rilevazione dell’inflazione
Nel 2025, per stimare l’inflazione, vengono utilizzate circa 33 milioni di quotazioni di prezzo dalla grande distribuzione organizzata (gdo) tramite scanner data. A queste si aggiungono 388 mila rilevazioni raccolte dagli Uffici comunali di statistica (Ucs), 237 mila dati acquisiti dall’Istat e dai suoi fornitori, e 214 mila quotazioni dalla banca dati sui prezzi dei carburanti del ministero delle imprese e del Made in Italy. Inoltre, per i canoni di affitto di abitazioni private, vengono analizzate circa 1,5 milioni di osservazioni.
Partecipano alla rilevazione 80 comuni, che coprono l’84% della popolazione (uno in più rispetto al 2024), e altri 10 comuni (5,1% della popolazione) raccolgono solo dati su tariffe e servizi locali. Complessivamente, i prezzi vengono rilevati in oltre 45mila punti vendita, imprese e istituzioni e per i canoni d’affitto di abitazioni pubbliche si considerano oltre 2.900 unità.
Fonte : Wired