La condizione delle donne in carcere è un tema di cui si parla poco. Ma, anche se l’attenzione degli appassionati del settore è monopolizzata da DeepSeek, c’è ancora spazio per altre notizie curiose del mondo dell’AI. E quella di oggi riguarda proprio le detenute. E’ la storia di Eva, un chatbot basato sull’intelligenza artificiale sviluppato dall’agenzia di stampa indipendente paraguaiana El Surtidor. Eva è ispirato a una donna detenuta in prigione in attesa di condanna per traffico internazionale di droga e criminalità organizzata. Un’idea decisamente insolita per un’intelligenza artificiale, con cui l’agenzia paraguaiana spera di fare luce sulla difficile situazione delle donne imprigionate nel paese, magari con la speranza di velocizzare le pratiche di giustizia relative ai casi dimenticati.
“Volevamo creare empatia tra il pubblico e un segmento della popolazione che è in gran parte invisibile ed escluso dai media mainstream”, ha dichiarato alla testata Rest of World Juliana Quintana, una giornalista di El Surtidor che ha lavorato all’allenamento dell’intelligenza artificiale di Eva. Stando ai dati più recenti, in Paraguay le donne in carcere rappresentano più del 5% della popolazione detenuta. E di queste, secondo quanto riferito da un’agenzia finanziata dallo Stato che opera in modo indipendente e supervisiona le prigioni e i centri di detenzione nel paese, il 41% sta scontando condanne per reati legati al traffico di droga. Un dato inevitabilmente correlato alla condizione di povertà delle donne nel paese, che le costringe ad accettare il lavoro di corrieri.
Una situazione che i media locali, e non solo, ignorano quasi totalmente, e che ha portato l’agenzia El Surtidor a scegliere di lavorare a un chatbot AI che in qualche modo potesse avvicinare le persone di tutto il mondo alla condizione vissuta dalle donne paraguaiane. Con 54 risposte preprogrammate alle richieste degli utenti, così da evitare qualunque possibile forma di allucinazione, Eva racconta la vita in carcere, le preoccupazioni e le sofferenze delle donne che sono state costrette ad accettare una vita criminale per sopravvivere alla povertà. Insomma, un’AI davvero unica nel suo genere, che non sembra avere uguali nel settore tech. “La maggior parte dei chatbot sono progettati per servire le grandi aziende o lo stato – ha commentato l’avvocato paraguaiano Maricarmen Sequera – mentre Eva è destinata a diffondere la conoscenza”. Per chi conosce lo spagnolo, è possibile parlare con Eva a questo link.
Fonte : Wired