AGI – Doppia mozione in consiglio regionale sul tema del velo islamico negli edifici pubblici. La Lega chiede di “sollecitare il Governo e il Parlamento ad adottare iniziative legislative volte a introdurre misure che vietino l’utilizzo del velo islamico come burqa o niqab nei luoghi e negli edifici pubblici nonché all’interno delle scuole; a dare piena attuazione alla delibera del 2015 di Regione Lombardia, rinnovando l’invito ai comuni al fine di assicurarne il rispetto presso i rispettivi edifici pubblici; a invitare il Governo a valutare l’estensione del divieto di copertura del volto e del capo con burqa, hijab, khimar, jilbab, niqab e chador a tutti gli ambienti scolastici, garantendo che tale misura non solo preservi la sicurezza, ma favorisca anche l’integrazione degli studenti di minore età”.
In risposta il Pd ha presentato un documento che vuole “ribadire che nessuno può imporre alle donne come vestirsi, sia esso uno Stato, una Regione, una famiglia, singoli individui o altro, riaffermando la centralità dei diritti delle donne e della loro autodeterminazione” e garantire la piena applicazione della legislazione vigente”.
Silvia Scurati, prima firmataria della mozione leghista, difende la proposta: “La mozione è a favore dell’integrazione, perché noi chiediamo innanzitutto il rispetto della delibera di Regione Lombardia del 2015 sul divieto in tutti i luoghi pubblici della copertura dell’intero volto, ma non solo, noi chiediamo anche al Governo di intervenire affinché valuti l’efficacia di introdurre una norma che possa vietare l’uso del velo, quindi qualsiasi forma di copertura del viso e del capo, soprattutto nei luoghi scolastici per le ragazzine di minore età, questo è il punto. Vogliamo farlo perché crediamo nell’integrazione vera: quando saranno adulti potranno fare tutto ciò che credono, ma noi riteniamo che poter consentire alle bambine di crescere insieme alle proprie coetanee in maniera paritaria, ugualitaria, nel modo di vestire, nel modo di comportarsi, possa essere un lascia passare per la vera integrazione”.
La comunità islamica milanese e il Pd si sono opposti con vigore, evidenziando anche rilievi di natura costituzionale. “Io credo che poter dare alle ragazzine di minore età la possibilità, quando saranno grandi, di scegliere, e non avere un’imposizione da minorenne sia invece un atto di totale libertà. Noi crediamo nella libertà della donna, crediamo nel diritto di ciascuno di crescere in egual modo nella nostra comunità e quindi pensiamo che la nostra proposta sia invece un atto rivoluzionario di integrazione”, ha aggiunto. La comunità islamica peraltro accusa il Carroccio di strumentalizzazione: “Ma probabilmente la comunità islamica invece dovrebbe pensare ai diritti delle donne, mi pare che siamo un pò carenti in questo senso”, la risposta di Scurati. Molto critiche le opposizioni.
A partire dal Movimento Cinque Stelle: “è la solita trovata becera di strumentalizzazione che vuole colpire una comunità integrata all’interno di Milano e del Lombardia”, ha commentato il capogruppo Nicola Di Marco. Di “buffonata clamorosa della Lega”, ha parlato il capogruppo Pd Pierfrancesco Majorino, secondo il quale “c’è già una legge molto chiara su questo, non è che si può andare in giro in tutti luoghi a volto coperto. La Lega periodicamente vuole discutere delle sue ossessioni per non parlare dei veri problemi che deve affrontare in questa regione, innanzitutto le liste d’attesa in sanità e il disastro rappresentato da Trenord“, ha concluso Majorino.
Fonte : Agi