Capita ogni tanto che concetti specialistici entrino nell’uso comune come se fossero acqua fresca. Il paradosso di Jevons rientra nel novero. Se ne è parlato negli ultimi giorni a proposito del boom di DeepSeek, che ha scompaginato le poderose falangi dell’intelligenza artificiale schierate negli ultimi anni dai giganti del tech.
Per ricapitolare: la startup cinese avrebbe dimostrato di essere in grado di allenare un’intelligenza artificiale dalle performance paragonabile a quelle dei mostri sacri del settore impiegando una frazione del costo e della potenza: un risparmio non solo economico, ma anche in termini di consumi energetici e di risorse. In una parola: efficienza. Una bella notizia anche per il clima, dato l’impatto che l’AI ha sui consumi di elettricità e acqua (non per gli investitori di Nvidia, ma questo è un altro discorso).
Se aumenta l’efficienza, ci si potrebbe aspettare, quindi, un risparmio di risorse: errore. Il paradosso di Jevons teorizza proprio che, nei settori ad alta intensità energetica, al crescere dell’efficienza possono aumentare volume di utilizzo e ventaglio dei casi d’uso. Altro che green: l’impatto ambientale resterebbe uguale. Potrebbe persino aumentare.
Un concetto nato nell’Ottocento
Del paradosso di Jevons hanno parlato, negli ultimi giorni, tanti manager, tra cui Satya Nadella, ad di Microsoft. La teoria è stata formulata attorno al mercato del carbone dall’economista di Liverpool William Stanley Jevons nell’Ottocento.
Per comprendere meglio, può essere utile rifarsi a un’affermazione di un altro grande economista britannico, John Maynard Keynes. Keynes, negli anni Quaranta del secolo scorso, profetizzava che con le nuove tecnologie l’uomo avrebbe lavorato solo quindici ore alla settimana, liberando tempo prezioso per altri scopi, non ultimo quell di realizzarsi come individuo.
Come è andata, lo sappiamo: l’ingordigia, l’avidità, lo spirito di lotta, insomma, tutte le caratteristiche istintuali – non vogliamo dire “peggiori” – dei cosiddetti sapiens sapiens hanno portato la specie a lavorare di più, anziché di meno. I workaholic (i malati da scrivania) non rientravano nell’orizzonte del britannico, che evidentemente aveva troppa fiducia nel genere umano.
Col paradosso di Jevons avverrebbe, dunque, qualcosa di simile: al decrescere dei consumi energetici, potrebbe diventare comune fare ricorso all’AI anche per una serie di impieghi d’uso per cui, al momento, l’intelligenza artificiale è troppo costosa E questo fa senz’altro piacere ai chipmaker (le azioni di Nvidia sono rimbalzate dopo lo shock dei giorni scorsi).
Fonte : Wired