AGI – Un detenuto di 18 anni di origini egiziane, Joussef Baron, è morto carbonizzato intorno alla mezzanotte nella cella del carcere di San Vittore, a Milano, a causa di un incendio che avrebbe appiccato lui stesso insieme al compagno di cella. Gli agenti della polizia penitenziaria sono riusciti a mettere in salvo il compagno di cella che ha riportato solo una lieve intossicazione ma non c’è stato nulla da fare per ll ragazzo rimasto intrappolato nelle fiamme. Baron – apprende l’AGI da fonti qualificate – era detenuto per rapina dal mese di luglio e in attesa del processo. Negli ultimi mesi, questo sarebbe solo l’ultimo degli incendi appiccati per protesta dai detenuti a San Vittore, il carcere più sovraffollato d’Italia.
Quello di Baron, secondo una prima ricostruzione dei fatti, non sarebbe dunque un suicidio. Finora sono 70 i detenuti che si sono uccisi nelle carceri dall’inizio dell’anno. L’ultimo, ieri, si è tolto la vita mentre era a casa sua per un permesso premio dal carcere di Gorgona, sezione staccata di quello di Livorno. Il 18 agosto scorso c’erano 1.007 detenuti per una capienza di 450 a San Vittore. Una situazione vissuta come particolarmente difficile dai reclusi nella stagione estiva per il caldo soffocante solo alleviato dai ventilatori che sono stati messi a disposizione dall’amministrazione del carcere e dalla Caritas.
“Quanto accaduto a San Vittore”, ha commentato il segretario generale della Uilpa Polizia Penitenziaria, Gennarino De Fazio, “mette ancora una volta a nudo la crisi senza precedenti del sistema penitenziario e se le conseguenze non sono state ancora piu’ gravi lo si deve solo al pronto e professionale intervento della Polizia penitenziaria che, depauperata negli organici, stremata nelle forze e mortificata nell’orgoglio è intervenuta mettendo in salvo il secondo recluso e impedendo che le fiamme si propagassero al resto del carcere”.
“A San Vittore”, ha ricordato il segretario della Uilpa, “sono letteralmente stipati 1.100 detenuti, a fronte di 445 posti disponibili, con un sovraffollamento di oltre il 247%, sorvegliati da 580 appartenenti al Corpo di polizia penitenziaria, distribuiti su piu’ turni e compresi gli addetti agli uffici e ai servizi vari, rispetto a un fabbisogno di almeno 700, con una scopertura del 17%”. De Fazio ha quindi chiesto un intervento del Governo: “Va immediatamente deflazionata la densita’ detentiva, sono 15mila i detenuti oltre la capienza, necessita potenziare il Corpo di polizia penitenziaria, mancante di oltre 18mila unita’, va assicurata l’assistenza sanitaria e psichiatrica, vanno rese salubri e sicure le strutture”.
Fonte : Agi