Strage di Paderno Dugnano, a 17 anni uccide madre, padre e fratellino: la storia del triplice omicidio

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Strage di Paderno Dugnano

Nella notte del 1 settembre a Paderno Dugnano (Milano) un 17enne ha ucciso con 68 coltellate i genitori e il fratellino di 12 anni. Inizialmente ha dato la colpa al padre, per poi crollare e confessare: “Li ho ammazzati tutti io”. Ai carabinieri ha parlato di un “malessere” covato da giorni.

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La strage che ha cancellato un’intera famiglia. A uccidere con 68 coltellate i genitori e il fratellino di 12 anni, nella notte del 1 settembre, è stato il figlio più grande, 17 anni, studente al liceo scientifico di Paderno Dugnano, tra Milano e la Brianza.

“Mi sentivo oppresso, pensavo che così mi sarei sentito meglio”, ha cercato di spiegare il giovane, ora accusato di triplice omicidio pluriaggravato da futili motivi e dalla premeditazione, ai carabinieri. “Non ce l’avevo con la mia famiglia, volevo solo essere libero. Pensavo che una coltellata sarebbe bastata”. Quello di Fabio Charioni, della moglie Daniela Albano e del figlio secondogenito da parte del 17enne è un delitto senza una spiegazione, che ha sconvolto l’Italia intera a più di vent’anni dal caso di Novi Ligure, quando Erika De Nardo e il fidanzatino Omar Favaro, 16 e 17 anni, nel febbraio del 2021 eliminarono a colpi di coltello la madre e il fratello minore di lei.

Strage familiare di Paderno Dugnano, la prima versione

Intorno all’1.55 del 1 settembre arriva alla caserma dei carabinieri di Paderno Dugnano una chiamata raggelante. A chiamare il 112 è un ragazzino di 17 anni, residente in una villetta di via Anzio. “Mio padre ha accoltellato mio fratello e mia madre”, spiega al telefono. “Sono vivi?”, chiede l’operatore. “No, sono morti, sono tutti morti. Anche mio padre”. “Si è ucciso?”. “No, sono stato io”. L’operatore invita lo studente ad aspettare i soccorsi fuori dalla porta, nel vialetto della casa dove vive la famiglia accanto a nonni e zii: lo trovano così, ancora insanguinato e con un lungo coltello in mano. I tre corpi senza vita, invece, giacciono riversi per terra nella cameretta del figlio minore, straziati da decine e decine di fendenti.

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Una prima versione dei fatti che, però, fin da subito non convince gli inquirenti che indagano su quell’orribile delitto. Il 17enne, infatti, nel giro di pochissimo tempo crolla davanti al pm. “Li ho uccisi tutti io”, ammette. Spiegando che i genitori gli “stavano addosso”, che si sentiva “oppresso“, un “estraneo alla famiglia“, e pensava di uccidere “da giorni”. “Ero convinto che così avrei potuto vivere in modo libero, ma ho realizzato subito che non sarebbe stato così”.

Il giovane riporta nel dettaglio i movimenti precedenti all’aggressione mortale. Spiega che, dopo la festa di compleanno del padre trascorsa in famiglia, ha giocato per qualche ora alla Playstation con il fratellino. Poi, quando tutti sono andati a letto e lui è rimasto solo davanti alla tv, ha deciso di entrare in azione. “Non è vero che ci pensavo da giorni”, ritratterà poi, “ci ho pensato solo in quel momento lì. Era da giorni che volevo risolvere il mio malessere, ma non sapevo come”.

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Perché il figlio 17enne ha ucciso tutta la famiglia: il movente della strage

Per i magistrati, il detonatore è proprio la festa di compleanno del padre Fabio. La sera di sabato 31 agosto l’uomo, imprenditore edile della zona, compie 51 anni, e decide di festeggiare in casa con parenti e amici. Potrebbe essere stato proprio il ritrovo familiare a far scattare nel 17enne qualcosa di covato a lungo dentro la mente, un proposito omicida che prevede lo sterminio dell’intero nucleo. “Volevo proprio cancellare tutta la mia vita di prima. Spesso non mi trovavo bene con gli altri, mi sembrava si occupassero di cose inutili”, ha dichiarato. Una sensazione che, nel bel mezzo dei festeggiamenti e delle chiacchiere in famiglia, può essersi acuita fino al tragico epilogo.

Cosa rischia il ragazzo dopo la strage familiare e perché non avrà l’ergastolo

Il giovane, ora, si trova recluso all’interno del carcere minorile milanese Beccaria con le accuse di omicidio aggravato da premeditazione e futili motivi. Il suo avvocato aveva chiesto il trasferimento in una comunità, ma per la gip per i minorenni di Milano Laura Margherita Pietrasanta, che ha convalidato l’arresto e disposto la custodia cautelare, il carcere è “l’unica misura possibile”, vista la gravità del fatto e il concreto “rischio di recidiva”. 

Nei suoi confronti, in ogni caso, verranno applicati i principi e le modalità del diritto penale minorile: per lui non sarà infatti prevista la pena dell’ergastolo, e riceverà sconti di pena fino a un terzo rispetto a quanto previsto dal codice penale che si applica ai maggiorenni.

La villetta di via Anzio a Paderno Dugnano

La villetta di via Anzio a Paderno Dugnano

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Fonte : Fanpage