Dynamic pricing dei biglietti, sta rovinando la musica dal vivo

Qualcuno cercherà di convincervi che i prezzi dinamici esistono già e abbiamo a che farci ogni giorno. È vero: i costi di una camera d’albergo o un volo sono più alti nei weekend o nelle festività e si modificano e vengono adeguati in base alla domanda. Però quando andate sul sito vedete il prezzo e decidete se acquistare, non restate connessi sei ore scoprendo solo alla fine che quello che cercavate non è esaurito ma è bensì quadruplicato di prezzo. C’è una bella differenza e la mancanza di chiarezza in partenza o di qualsiasi avviso in merito alle modalità ha fatto arrabbiare gli utenti; ma non è una novità, già con i concerti di Bruce Springsteen 2022 negli USA (con biglietti che arrivarono fino ai 5000 dollari) o l’Eras Tour di Taylor Swift la questione era tornata in auge. Da non dimenticare anche i biglietti Platinum di Ticketmaster, messi a disposizione dagli artisti e dagli organizzatori degli eventi tramite la piattaforma e che “offrono ai fan un accesso sicuro ed equo ad alcuni dei biglietti più richiesti. I biglietti Platinum consentono agli artisti e alle altre persone coinvolte nell’organizzazione degli eventi dal vivo di fissare un prezzo più vicino al loro reale valore di mercato”, come scritto sul sito. Anche questi hanno costi superiori ma fissi e non danno nessun benefit, sia chiaro.

Il tema è molto discusso e per alcuni, invece, adeguare i prezzi alla richiesta ha la funzione di allontanare i bagarini lasciandogli meno spazio di manovra per la rivendita, in modo che l’extra-incasso generato non finisca nel mercato nero, come sostiene lo stesso Springsteen in un’intervista a Rolling Stone USA: “A questo punto meglio che quei soldi extra vadano ai miei musicisti e al mio entourage, cioè a gente che lavora duro e lo fa in piena legittimità, e non al mercato nero dei bagarini”.

Frase legittima ma se per combattere il bagarinaggio l’unica soluzione è alzare i prezzi, c’è un problema di base molto più grande sulla prevenzione di questa pratica e la si svia affrontandola nel modo meno funzionale ma solo più vantaggioso per promoter, rivenditori di ticket e artisti. L’unico a pagare per tutto questo sarà sempre lo spettatore, ormai con diritti sempre più risicati, spingendo verso prezzi sempre meno accessibili e modalità distorte che peggiorano in continuazione qualsiasi attività legata al mondo dei concerti. Intanto, se da un parte si incassa con grande ingordigia altre realtà della live music come piccoli o medi festival, club e locali, faticano a stare in piedi. Infine, c’è un dettaglio che crea un cortocircuito e un conflitto d’interessi notevole: Ticketmaster, (per anni proprietaria anche di due siti di secondary ticketing come Seatwave e Get Me In!, poi chiusi nel 2018) nel 2010 è stata assorbita dal promoter mondiale di concerti Live Nation. Nel caso del tour degli Oasis, infatti, Live Nation organizza le date e Ticketmaster (per la maggior parte) “sbiglietta”. Insieme formano un’entità unica dominante nel settore degli eventi dal vivo, che controlla circa l’80% o più della biglietteria primaria per i concerti nelle principali location. Condizione che li ha messi sotto la lente d’ingrandimento dell’anti-trust USA che ne ha richiesto a gran voce la separazione, soprattutto dopo le lamentele dei fan di Taylor Swift per la questione biglietti. Insomma, bisogna partire e scavare a fondo per risolvere.

Il governo inglese e la Commissione europea indagano

La visibilità e l’impatto delle problematiche non ha lasciato indifferente nemmeno la politica arrivando ad affrontare addirittura la situazione nel Parlamento inglese. La Segretaria alla Cultura, Lisa Nandy, del Partito Laburista, ha chiesto nei giorni scorsi una revisione dei “prezzi dinamici” e dei siti di biglietti secondari in seguito a ciò che è successo con gli Oasis e ha affermato che è “deprimente vedere prezzi enormemente gonfiati” sui siti gestiti da rivenditori autorizzati che, a suo dire, escluderebbero alcuni fan dagli spettacoli. Un giorno dopo è intervenuto anche il primo ministro Sir Keir Starmer che anche lui ha definito una situazione “deprimente” l’aumento dei prezzi dei biglietti degli Oasis e che è necessaria “un’azione urgente” per proteggere i fan. Il partito laburista sta così avviando una consultazione per porre fine alle “rivendite a prezzi esorbitanti”

Fonte : Wired