Maria Rosaria Boccia, la professionista finita al centro di una diatriba con il ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano, in merito a un incarico di consulente promesso e mai ratificato, alza l’asticella della denuncia contro l’ex direttore del Tg2. E stavolta lo fa con un doppio fronte. Da un lato, un post su Instagram, il canale con cui Boccia ha gestito fin dall’inizio la sua operazione di denuncia e di contro-narrazione della versione “ufficiale” fornita dal ministro Sangiuliano, in cui dice: “Non sono io ad aver creato il ricatto. Sono coloro che occupano i palazzi del potere ad esercitarlo”. Dall’altro, attraverso una intervista a La Stampa, la prima rilasciata a una testata, di cui il quotidiano torinese ha rilasciato una breve anticipazione video di pochi minuti.
La vicenda, in breve
Il caso Boccia scoppia a fine agosto, quando la 41enne di Pompei ringrazia pubblicamente via social il ministro Sangiuliano dell’incarico di consigliera per i grandi eventi del ministero della Cultura. Un incarico che il dicastero smentisce. L’operazione di smentita però si rivela scomposta. E mentre nel palazzo del Collegio Romano tutti si affrettano a prendere le distanze da Boccia, dicendo di non conoscerla o di non sapere, la professionista sfodera screenshot di email ufficiali, biglietti di viaggio, foto nel seguito del ministro Sangiuliano durante un sopralluogo a Pompei in vista dell’organizzazione del G7 della Cultura, video girati con un paio di smart glass dentro la Camera dei deputati.
Il post di replica
Sangiuliano, assediato dalla narrazione social dell’imprenditrice che smantella una dopo l’altra le sue affermazioni, capitola in una intervista al Tg1, in cui si riferisce a Boccia come a una sua amante e rivendica di non aver mai speso denaro pubblico per pagare le sue trasferte. Boccia, però, non si ferma. E il giorno successivo scrive un lungo post di accusa. “Ho inizialmente mantenuto il silenzio stampa per rispetto delle istituzioni – le parole su Instagram -. Ho scelto di parlare solo quando il vaso delle menzogne era ormai colmo, limitandomi a contestare le falsità per difendere la verità. Oggi vengo accusata di essere una ricattatrice, ma in realtà non sono io ad aver creato il ricatto. Sono coloro che occupano i palazzi del potere ad esercitarlo. In questo contesto, il potere ha spinto il ministro alle dimissioni per poi respingerle, all’interno di una strategia cinica volta a tenere in ostaggio la cultura italiana in un momento di visibilità internazionale”.
Prosegue Boccia: “Non sono io a esercitare ricatti o pressioni; altri hanno sfruttato con mentalità meschina una vicenda umana che sta avendo ripercussioni dolorose su di me. Sto difendendo la mia dignità e il mio modo di essere donna. Sono stata ingannata, ma non permetterò che la mia storia venga strumentalizzata dal cinismo, dall’arroganza e dal capriccio di un potere tirannico”. E ancora: “La stampa mi ha definita in molti modi: influencer, accompagnatrice, sartina, “una che si vuole accreditare”, millantatrice, la Anna Delvey della politica italiana, aspirante collaboratrice, consolatrice, badante, e “un amore culturale”. Ma chi ha davvero fatto gossip: io, lui, o “l’altra persona”, sfruttando un momento strategico per il Paese?”
La prima intervista
A questa difesa è poi seguita una intervista a La Stampa. Nei pochi minuti di anticipazione diffusi dal quotidiano di Torino, Boccia ribadisce di essere una imprenditrice, di aver fatto studi in Economia all’università e di aver conosciuto il ministro Sangiuliano un anno fa. Conferma la nomina a consigliera per i grandi eventi. “Inizialmente era stata una proposta e io seguivo il ministro per conoscere la realtà del ministero – la risposta della 41enne -. Agli inizi di luglio è stata istruita la pratica”. La consulenza, che era a titolo gratuito, dice Boccia, era stata firmata da lei e dal ministro, ma non è andata a buon fine. “Penso che il perché lo debba dire l’istituzione”, chiosa la donna.
Boccia ha detto di essere stata a giugno a Pompei nell’ambito di un sopralluogo finalizzato all’organizzazione del G7 della Cultura e di essere stata messa in copia a una email di informazioni riservate, datata 5 giugno e pubblicata da Dagospia. “L’email è stata mandata dal direttore del parco [archeologico di Pompei, ndr] sotto espressa comunicazione del ministro. Il direttore non ha frainteso, c’erano altri testimoni. Nella email c’erano i due percorsi dei ministri”. Materia di sicurezza nazionale, che ha fatto del caso una vicenda dai riflessi molto più profondi sulle procedure di sicurezza e del cerimoniale del dicastero. Boccia ha detto di sapere che pagava le sue spese di trasferta il ministero e di aver viaggiato in auto blu solo con Sangiuliano.
Ha affermato inoltre di pensare che “il ministro sia sotto ricatto”. “Mi riferiscono di alcune persone che ricattano il ministro per agevolazioni”, ha detto. E sulla relazione affettiva menzionata da Sangiuliano al Tg1: “Dovrebbe chiarirlo lui”. “Non mi sento tradita, certo la situazione poteva essere gestita in una forma più rispettosa”, ha poi concluso, dicendo che “per il futuro, quello che faccio mi va bene, il mio percorso è sempre in salita”.
Fonte : Wired