Shein e Temu hanno problemi negli Stati Uniti

Shein e Temu, i colossi cinesi dell’ecommerce, finiscono nel mirino delle autorità statunitensi. La Consumer Product Safety Commission (CPSC), l’organo di governo che si occupa di garantire la sicurezza dei prodotti in circolazione nel paese, ha pubblicamente dichiarato che le due piattaforme “sollevano preoccupazioni specifiche” e che vuole vederci chiaro su quali sono i costi che i rivenditori stanno tagliando per riuscire a vendere i prodotti a prezzi tanto bassi. Tutto è cominciato qualche settimana fa, quando le testate internazionali hanno cominciato a fare luce sulla vendita di “prodotti letali per neonati e bambini piccoli” su Shein e Temu.

Un recente rapporto pubblicato da The Information, per esempio, ha rivelato che Shein ha messo in vendita prodotti potenzialmente molto pericolosi per neonati e bambini, come alcune felpe con coulisse segnalate dalle autorità di regolamentazione per rischio di strangolamento. E il sito di settore Fashion Dive ha riferito che Temu vende pigiami per bambini di marchi che la CPSC ha ritenuto violare “gli standard di infiammabilità” di prodotto. Insomma, notizie alquanto preoccupanti, tanto per le piattaforme di e-commerce quanto per i consumatori. Di tutta risposta, infatti, un portavoce di Shein ha subito dichiarato che la sicurezza dei clienti rimane una “priorità assoluta“ e che la compagnia sta “investendo milioni di dollari per rafforzare i programmi di conformità“.

Anche Temu si è dimostrato in linea con la politica del suo ”collega”. “I nostri interessi sono allineati con la Commissione per la sicurezza dei prodotti di consumo (CPSC) degli Stati Uniti nel garantire la protezione dei consumatori e la sicurezza dei prodotti e collaboreremo pienamente con qualsiasi indagine“, ha dichiarato un portavoce della piattaforma, che ha sostenuto fermamente di rispettare tutti gli standard di prodotti richiesti negli Usa. Eppure, la Commissione non sembra lasciarsi convincere dalle affermazioni dei referenti delle due compagnie cinesi. A breve potrebbe essere avviata un’indagine, e solo allora si avrà la certezza che i prodotti venduti a basso costo siano davvero sicuri per i più piccoli.

Fonte : Wired