Il Movimento 5 Stelle è spaccato in due. Grillo: “Conte non rinnova, abbatte”

Infuria sempre più lo scontro a distanza tra il fondatore e garante del Movimento 5 Stelle, Beppe Grillo e l’ex premier Giuseppe Conte, un “derby” che continuerà verosimilmente fino alla fine della “fase costituente” prevista con un’assemblea che si terrà il 19 e 20 ottobre.

L’attacco di Grillo: “Quello di Conte non è rinnovamento, è abbattimento”

“Ormai è chiaro come il sole: a ottobre vi troverete davanti a un bivio, costretti a scegliere tra due visioni opposte di cosa debba essere il Movimento 5 Stelle. La prima è di una politica che nasce dal basso, e non da politici di professione, la seconda è quella di Giuseppe Conte. Ad oggi non mi sembra si stia compiendo un’opera di rinnovamento, ma un’opera di abbattimento, per costruire qualcosa di totalmente nuovo, che nulla ha a che spartire con il MoVimento 5 Stelle”. È così che inizia un durissimo intervento di Grillo, dal titolo “Repetita iuvant”, pubblicato sul suo blog.

La “guerra fredda” tra Grillo e Conte. Nel Movimento 5 Stelle regna il caos

“Il MoVimento – continua l’ex comico – come sapete è nato dall’idea che Gianroberto ed io abbiamo avuto di creare una forza politica diversa, un’alternativa ai partiti tradizionali, ormai incrostati da decenni di politici zombie, più attenti ai propri interessi che a quelli dei cittadini che dovrebbero rappresentare. Sapevamo fin dall’inizio che il pericolo di cadere nello stesso tranello incombe su ogni forza politica, perché ogni rappresentante tende inevitabilmente a mettere se stesso al centro, sacrificando l’interesse collettivo. È una storia vecchia quanto il mondo: da secoli le comunità si ingegnano per trovare regole che possano arginare questa deriva”.

Il fondatore: “Salvaguardare simbolo, nome e regola del secondo mandato”

Grillo, nel suo intervento, continua a considerare imprescindibile la regola del secondo mandato: “Non esistono regole perfette – spiega – ma è evidente che i conflitti d’interesse si acuiscono quando i rappresentanti si chiudono nei loro privilegi e si rifiutano di lasciare lo spazio agli altri. È un comportamento dettato dal naturale egoismo umano, radicato e difficile da sradicare. Proprio per questo, Gianroberto ed io abbiamo capito che, per creare un modello diverso dai partiti tradizionali, dovevamo stabilire alcune regole fondamentali, inviolabili. Per questo, quando parliamo di principi fondativi stiamo parlando di principi non negoziabili, principi che se vengono scardinati fanno crollare le fondamenta di una casa che mattone dopo mattone abbiamo costruito insieme a voi in tutti questi anni”. 

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Le parole del garante lasciano intendere che al di là del pronunciamento degli iscritti, la vicenda potrebbe degenerare in una contesa a suon di carte bollate. “Il 20 agosto – continua Grillo – pubblicavo sul mio blog un post in cui chiedevo la salvaguardia del simbolo, del nome e della regola del secondo mandato, principi fondanti del MoVimento 5 Stelle. Ora, esplicito ancora di più quanto avevo inteso già fare con quel post, purtroppo ignorato dal presidente Conte: esercitare i diritti che lo Statuto mi riconosce in qualità di Garante, ossia custode dei Valori fondamentali dell’azione politica del MoVimento 5 Stelle. E quindi, secondo quanto afferma l’art. 12, lettera a), numero 2, ribadisco che ci sono degli elementi imprescindibili del Movimento 5 Stelle che devono restare tali affinché il Movimento possa ancora dirsi tale: il nome, il simbolo e la regola dei due mandati”.

Ricciardi: “Da Grillo ci aspettavamo un contributo diverso”

Le parole di Grillo hanno palesato ancor più la spaccatura nel M5S, stimolando interventi da entrambe le parti. ”Grillo sbaglia. Da una persona che, con le sue idee mirabolanti, ha fatto nascere il Movimento ci si aspetterebbe un contributo diverso”. Così il vicepresidente pentastellato Riccardo Ricciardi in un’intervista all’Huffington Post. “Io sono attivo nel Movimento da sette anni – continua Ricciardi – e pur essendo grato a Grillo, come tutti, per averlo fondato, da quando sono parlamentare in carica l’ho visto molto attivo solo quando si trattava di sostenere Mario Draghi, quando voleva farci votare la prima versione della riforma Cartabia che, grazie a Conte, siamo riusciti a far cambiare, quando non voleva che si criticassero le operazioni che stava facendo Luigi Di Maio. Che, guarda caso, dopo tre giorni è uscito dal Movimento e ha fondato un nuovo partito. Le risposte alle questioni che pone Grillo, come il simbolo e il doppio mandato, arriveranno nell’assemblea costituente. Non sarà certamente lui a decidere. Non sarà, in realtà, nessun altro singolo, ma la base, con dei quesiti peraltro, non scelti dal capo politico, ma elaborati dalla comunità. Sarà quest’ultima a decidere cosa votare e come”.

Toninelli: “La rottura c’è già”

Di opinione opposta l’ex ministro dei Trasporti, Danilo Toninelli: “Grillo scrive quello che è giusto”, ha detto nella sua rubrica ‘Contro Informazione’ Non coinvolge il garante e fondatore di una forza politica – continua – significa fottersene della storia antica. Torno a dire l’ovvio. O c’e’ una separazione consensuale, come fanno madre e padre e i figli vengono lasciati liberi di scegliere, oppure mi pare scontato che la rottura ci sia già oggi, non formale. Io non capisco come si possa pensare che questa fase costituente possa arrivare a ottobre”.

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Toninelli continua poi ad attaccare, in modo indiretto, Giuseppe Conte: “Il Movimento – continua – è fatto da due partiti e Grillo oggi l’ha palesato: un partito della democrazia diretta e un partito del posizionamento, quello che entra in Liguria ad appoggiare Orlando e poi si accorge, senza fare un accordo prima, che vuole la Gronda da sette miliardi e che il Movimento non ha mai voluto. Metti prima il posizionamento politico, dei progetti, delle idee. Io sto male e soffro come tante persone che hanno amato il Movimento, che era leale, intransigente”.

Fonte : Today