Iginio Straffi: “Ecco come raddoppieremo il fatturato”
“Il nostro gruppo, Rainbow, ha notevoli ambizioni di crescita, il fatturato dello scorso anno, 108 milioni con 43 di Ebitda, può tranquillamente raddoppiare. Per questo ci stiamo guardando attorno e, entro l’inizio del prossimo anno, contiamo di ultimare un’ulteriore acquisizione”. Iginio Straffi è a Venezia per il Festival del Cinema, ma – giura ad Affaritaliani.it – è in Laguna solo per relazioni. Non ha portato film né fuori né dentro il concorso e si limita a godersi il momento. D’altronde, per il papà delle Winx (e non solo) è davvero un periodo di grande crescita: l’ultimo nato, Mermaid Magic, è prima su Netflix in oltre 80 Paesi, a dimostrazione che i prodotti italiani funzionano eccome. L’ultima acquisizione, del 2017, è quella che ha portato nel perimetro di Rainbow la casa di produzione Colorado, fondata tra gli altri da Diego Abatantuono e Gabriele Salvatores. E poi ancora il successo de Il Fabbricante di Lacrime, il film ricavato dal romanzo omonimo che è balzato in testa alle classifiche globali di Netflix divenendo la pellicola italiana più vista sulla piattaforma.
Straffi, le sue “sirenette ecologiche”, come sono state impropriamente definite, rappresentano un grande successo: come ci si sente? Qui a Venezia porterete altre novità?
Siamo primi in oltre 80 Paesi, tra cui Australia e Sud America, un grandissimo successo che ci riempie di orgoglio. Siamo a Venezia per incontrare i nostri interlocutori, soprattutto autori e piattaforme, ma non abbiamo nulla da presentare. Il Dna del nostro gruppo è di proporre pellicole con una visione più ampia, non abbiamo mai prodotto film da festival.
Quanto ci vuole per realizzare uno dei vostri prodotti?
Anni, in media tre. Ci sono tempi di lavorazione molto più lunghi dei film normali. Il nuovo capitolo delle Winx è iniziato un paio di anni fa e sarà presentato solo l’anno prossimo. Il nostro è un lavoro lungo e certosino.
A chi vi rivolgete quando create un vostro prodotto?
A un pubblico ampio. Non solo i più giovani, ma anche i loro genitori e, perché no, i ragazzi, i cosiddetti young adult. Mermaid Magic, che oggi domina le classifiche, lo fa grazie al fatto che viene visto dai ragazzi ma anche dai genitori.
Esistono ancora cartoni animati per un pubblico più adulto, sulla falsariga di Heavy Metal del 1981?
Sicuramente, in Italia abbiamo avuto il bel fenomeno di Zerocalcare, decisamente solo per adulti, un ottimo esempio di ciò che si può fare. Il pubblico c’è, ma va cercato ed educato. Noi per ora continuiamo a rivolgerci a una fetta più ampia di popolazione.
Il Fabbricante di Lacrime è stato un altro grande successo, come si spiega?
Ci ha dato grandi soddisfazioni, è stato primo in tutto il mondo e il film italiano più visto su Netflix. Abbiamo in cantiere altri prodotti analoghi, teen drama e young adult e abbiamo acquistato i diritti di altri che, ne siamo certi, diventeranno grandi successi. Al momento la nostra strategia è quella di comprare prodotti già esistenti, non di lanciarci su nuove sceneggiature.
Vi siete però attirati anche parecchie critiche: ci sono state stroncature, che hanno definito “facile” il Fabbricante di lacrime. Lei come risponde?
Mi sembrano accuse pretestuose. Le Winx un tempo venivano dipinte come bambole vuote che parlavano solo di moda. Oggi invece ci si accorge che si parlava di inclusione ed empowerment femminile 20-25 anni prima che diventassero temi all’attenzione di tutti. La domanda sorge dunque spontanea: se è così facile fare i nostri prodotti, perché non li fanno anche altri? Vedo intorno a noi grandi flop e poche pellicole di successo, tra cui le nostre. È chiaro che, al di là dell’ipocrisia, il 99% di chi fa il nostro lavoro lo fa per avere un ritorno economico. Sono pochissimi quelli che possono permettersi di non guardare ai risultati. E allora sarà anche un prodotto facile, il nostro, ma di successo.
Lei parlava di empowerment e allora la domanda sorge spontanea: che cosa ne pensa dell’ideologia “woke”? Si è andati oltre? O invece si portano giustamente avanti istanze trascuarte?
Si è andati decisamente oltre. C’è ancora del lavoro da fare in materia di uguaglianza e di donne, questo sì. Ma facendo nel modo eccessivo attuale, con la Biancaneve di colore per fare un esempio, si rischia di ottenere una forzatura. Immagini che cosa potrebbe succedere se si facesse un film su Martin Luther King in cui la parte del protagonista viene affidato a un bianco. Invece l’impegno del cinema deve essere completamente diverso: deve scrivere e raccontare storie dove sono protagoniste minoranze fin qui neglette. Quello sì che sarebbe un passaggio decisivo verso l’inclusione.
Lei ha lavorato nel mondo dei fumetti e poi ha deciso di passare al cinema: che cosa l’ha spinta a intraprendere questa strada?
Ho vissuto delle esperienze all’estero, che mi hanno permesso di entrare in contatto con tanti professionisti. Ho capito subito che il mezzo cinematografico era molto più potente del fumetto e così, con l’incoscienza dei 20 anni, mi sono lanciato in questa avventura. È un mondo con una grande complessità finanziaria.
A proposito del tema finanziario, il 2023 si è chiuso con un bilancio positivo, ma lei ha detto che il gruppo può crescere ancora: come?
Stiamo già sondando altre acquisizioni che dovrebbero concretizzarsi entro l’inizio del prossimo anno, sia in Italia che all’estero. Possiamo serenamente immaginare di riuscire a raddoppiare il fatturato in tempi ragionevoli.
Ultima domanda: quale il suo fumetto preferito?
Se devo dirgliene uno solo direi Corto Maltese, se me ne concede un secondo anche Ken Parker.
Fonte : Affari Italiani