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Sono arrivate le prime parole ufficiali degli Oasis sulla vendita dei propri biglietti, che negano le affermazioni di “consapevolezza” di Ticketmaster e sul loro utilizzo del dynamic pricing sui ticket in vendita.
Noel Gallagher, via LaPresse
Dopo giorni di polemiche nei confronti degli Oasis e del dynamic pricing attuato da Ticketmaster per la vendita dei biglietti del reunion tour, sono arrivate le parole della band, che nelle scorse ore ha annunciato altre due date allo stadio Wembley di Londra, il prossimo 27 e 28 settembre 2025. Come riporta la BBC, la band si sarebbe espressa tramite PE Media, asserendo che “gli Oasis lasciano le decisioni sui biglietti e sui loro prezzi interamente ai promoter e ai dirigenti“, affermando di “non aver mai saputo che i prezzi dinamici sarebbero stati utilizzati“. La band ha deciso comunque di confermare che per i concerti appena annunciati, la distribuzione dei biglietti avverrà attraverso un “processo di vendita scaglionato, solo su invito” e che potranno partecipare all’acquisto delle nuove date solo coloro che non hanno avuto successo nella vendita di Ticketmaster per le date precedenti. Un gesto, quello della band, che potrebbe esser arrivato dopo la grande attenzione mediatica scaturita negli scorsi giorni, che ha allertato non solo il Ministro della Cultura inglese Lisa Nandy, ma anche la Commissione Europea che sta indagando non solo sul secondary ticketing, ma anche sul dynamic pricing utilizzato da Ticketmaster.
Le polemiche sulla consapevolezza degli Oasis del dynamic pricing
Non bisogna escludere dai criteri di questa ulteriore scelta della band, la grande ondata di polemiche balzata sui fratelli Gallagher per il costo dei biglietti: in molti, hanno criticato l’ipocrisia sui valori della classe operaia, una delle narrazioni musicali del duo di Manchester, in merito alla scelta “del gruppo“, come suggerito da Ticketmaster, di utilizzare un range così alto per i prezzi dei propri biglietti. Il dislivello tra il prezzo iniziale del biglietto, intorno ai 175 euro, è più che raddoppiato nelle ore successive alla messa in vendita dei biglietti, arrivando sulla stessa piattaforma a costare oltre 420 euro. La pratica della piattaforma avrebbe allertato anche la Commissione Europea, soprattutto dopo gli oltre 450 reclami arrivati all’ASA, che si occupa della regolamentazione della pubblicità nel Regno Unito. Uno dei portavoce, intervistato dalla BBC, ha affermato che l’accusa di chi aveva reclamato all’agenzia si legasse alle “affermazioni fuorvianti sulla disponibilità e sui prezzi dei ticket“.
Perché potrebbero essere state violate delle norme UE e Irlandesi
Nel frattempo, sotto accusa il fenomeno del dynamic pricing utilizzato dalla piattaforma, un fenomeno integrato nelle pratiche commerciali negli Stati Uniti e che adesso, in Europa, sembra stia per mettere le proprie radici. La pratica avviene quando un venditore non stabilisce un prezzo fisso per il proprio prodotto, ma modifica ciò che addebita in risposta alla domanda mutevole. Per la Commissione Europea, anche se la pratica del dynamic pricing rimane legale, potrebbe invece violare le direttive UE l’aumento del prezzo di un ticket dopo che l’utente ha inserito il biglietto nel suo carrello.
Fonte : Fanpage