A Bruxelles si sta creando l’hype per la presentazione del rapporto di Mario Draghi sulla competitività dell’Unione europea. La presidente della Commissione, Ursula von der Leyen, aveva affidato un anno fa all’ex premier italiano il compito di stilare un rapporto su come migliorare l’economia del blocco e renderla appunto più competitiva rispetto ai nostri concorrenti globali come gli Stati Uniti e la Cina. L’ex numero uno della Bce ha dato un assaggio del suo report, senza però rivelare troppi particolari, incontrando a Bruxelles a porte chiuse prima gli ambasciatori dei 27 Stati membri e poi i leader dei gruppi politici del Parlamento europeo.
Agire in fretta
Draghi ha cercato di trasmettere un senso di “urgenza” della necessità di agire e avrebbe detto di avere gli “incubi” a pensare cosa potrebbe essere dell’economia europea se non si agirà subito. Il suo rapporto, che potrebbe essere presentato già la prossima settimana al collegio dei commissari di mercoledì 11 settembre o addirittura lunedì, si sviluppa in cinque macro-capitoli: produttività, riduzione delle dipendenze, clima, inclusione sociale.
In tutto si propongono ricette per dieci settori economici, con raccomandazioni specifiche per ciascuno di essi. Tra le priorità da affrontare ci sarebbero i prezzi dell’energia, il ritardo dell’Ue nell’innovazione, il mercato dei capitali, le regole della concorrenza e gli aiuti di Stato, la coesione, il divario di competenze, la necessità di aumentare gli investimenti e la difesa, con la disoccupazione che viene indicata come la principale causa della povertà nel blocco.
Le priorità della Commissione
Il suo rapporto, che dovrebbe essere di circa 400 pagine, sostiene che per affrontare il divario di produttività dell’Ue rispetto ai concorrenti bisogna, tra le altre cose, ridurre le dipendenze dell’Europa, ad esempio dai minerali chiave per le batterie di cui la Cina è il principale produttore, ma anche affrontare la sfida del cambiamento climatico. Nel testo ci sono molti parallelismi con la relazione elaborata da un altro premier italiano, Enrico Letta, con il mercato unico che viene indicato come lo strumento più importante per affrontare le sfide globali.
Così Letta e Draghi porteranno a un’Europa più simile agli Usa
Nel suo incontro con gli ambasciatori Ue l’ex premier ed ex capo della Bce ha espresso soddisfazione per il fatto che molte delle sue idee sarebbero già contenute nelle linee guida politiche presentate da von der Leyen a luglio, e non c’è dubbio che buona parte del lavoro della futura Commissione si baserà sui suggerimenti dell’uomo che in Europa è considerato un vero e proprio genio dell’economia ed è soprannominato Super Mario.
Il rischio recessione
La ‘prima’ del suo rapporto è arrivata con le borse europee in netto calo, sulla scia delle rinnovate preoccupazioni sulla salute dell’economia globale e di un rischio recessione trainato dal crescente disagio per le prospettive economiche degli Stati Uniti, ma anche dalla crisi in settori strategici come quello delle auto in Europa.
La Volkswagen ha da poco annunciato un piano di ristrutturazione per rendere più competitivo e sostenibile il marchio a lungo termine, un piano che potrebbe portare un gran numero di licenziamenti. Il capo delle finanze dell’azienda, Arno Antlitz, ha detto a un’assemblea di 25mila lavoratori che dovevano collaborare con la direzione per tagliare le spese e aiutare il marchio a sopravvivere al passaggio alle auto elettriche.
Nella riunione tenutasi presso la sede Volkswagen di Wolfsburg, il dirigente ha dichiarato che il mercato automobilistico europeo si è ridotto dopo la pandemia e che l’azienda sta affrontando un calo della domanda di circa 500mila auto, pari a circa la produzione di due stabilimenti. “Il mercato non c’è”, ha detto secondo alcuni stralci del suo discorso, aggiungendo che non si aspettava una ripresa delle vendite e che il marchio principale VW aveva “uno, forse due” anni per tagliare le spese e adeguare la produzione.
Fonte : Today