Ogni anno, il 4 settembre ricorre la Giornata mondiale del benessere sessuale. Promossa dal 2010 dalla World Association for Sexual Health (Was) e dall’Organizzazione mondiale della Sanità (Oms), la ricorrenza ha l’obiettivo di accrescere la consapevolezza sul ruolo che la sessualità gioca nella salute umana, promuovendo una più ampia informazione sul tema. La Giornata rappresenta non solo un’occasione preziosa per sensibilizzare sull’importanza della prevenzione, ma anche per abbattere i tabù ancora oggi radicati nella sfera della sessualità e rendere consapevoli, soprattutto i più giovani (ma non solo), dei rischi che possono derivare da malattie sessualmente trasmissibili.
Benessere sessuale e prevenzione
Secondo la definizione dell’Oms del 2006, la salute sessuale e riproduttiva è “lo stato di benessere fisico, mentale e sociale correlato al sistema riproduttivo e alle sue funzioni”. Importante in questo senso è la figura del medico, che sia il personale del consultorio o il ginecologo, “fondamentale per la prevenzione e la diagnosi precoce delle patologie dell’apparato riproduttivo e per proteggere la fertilità futura”, afferma il ginecologo Gianluca Albanesi, citato da un articolo del Centro Medico Ponticello. “Oggi l’età media del primo rapporto è sempre più vicina all’età della prima mestruazione ed è fondamentale informare gli adolescenti sulla necessità di utilizzare i metodi di barriera per prevenire la trasmissione delle infezioni sessuali”. A confermarlo è anche il rapporto di Istat “L’interruzione volontaria di gravidanza in un’ottica generazionale”, secondo cui il 21,6% dei ragazzi e il 18,4% delle ragazze ha avuto il primo rapporto sessuale completo prima dei 16 anni.
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La sensibilizzazione
Benessere sessuale, però, non significa solo prevenzione da infezioni sessualmente trasmissibili, come si legge ancora nel paper. “Le problematiche sessuali, infatti, possono dipendere anche da altre patologie, come per esempio l’endometriosi che può rendere il rapporto sessuale doloroso o talvolta anche impossibile”, specifica il dottor Albanese. “Il ruolo del ginecologo è centrale per diagnosticare le disfunzioni sessuali, quali il ridotto desiderio sessuale o i disturbi dell’eccitamento che, dopo l’esclusione di una causa organica, possono beneficiare dell’invio al sessuologo clinico”.
Il rapporto degli italiani con la sessualità
Secondo i dati dell’ultimo rapporto Censis-Beyer che analizza le abitudini sessuali degli italiani tra i 18 e i 40 anni, ad avere una vita sessuale attiva è il 41,6% delle persone, che dicihiara di fare l’amore almeno due volte a settimana. Il 27,7% degli intervistati si dedica all’attività sessuale una volta a settimana, il 21,2% almeno una volta ogni tre o quattro mesi e il 3,9% ogni cinque o sei mesi. Secondo l’indagine, il 16,5% degli italiani invece non ha rapporti completi: di questi, il 10.2% non ha mai fatto l’amore e il 6,3% ha avuto rapporti non completi.
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Fonte : Sky Tg24