Arrivano di notte, tramite i social, le nuove rivelazioni di Maria Rosaria Boccia, la presunta collaboratrice del ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano, che però nega di averle mai affidato compiti istituzionali e di averle dato accesso a documenti riservati del governo, specie in relazione al G7 della Cultura. Boccia asserisce il contrario e negli ultimi giorni sta diffondendo sui social screenshot di chat, comunicazioni email e documenti che proverebbero invece un suo diretto coinvolgimento in attività del dicastero di via del Collegio romano.
La corrispondenza con il ministero
La donna, 41 anni, ha pubblicato su Instagram uno screenshot di una mail del 10 luglio, proveniente direttamente dal gabinetto del ministero della Cultura, in cui si fa esplicito riferimento alla sua nomina e si forniscono i contatti dei funzionari di riferimento. La mail, che mostra chiaramente i nomi dei funzionari in bella vista tra il mittente e un collega inserito “in copia”, recita: “Gentilissima dottoressa Boccia, dando seguito a quanto anticipato per le vie brevi poco fa, le allego i contatti miei e del mio collega per qualsiasi esigenza legata alla sua nomina quale consigliere del ministro per i grandi eventi“.
A corredo della mail, Boccia ha condiviso anche una registrazione audio di una telefonata avvenuta poco prima con lo stesso funzionario, rafforzando ulteriormente la sua posizione. ministro Sangiuliano aveva precedentemente ammesso l’esistenza di un possibile incarico per Boccia, ma aveva spiegato in una lettera a La Stampa che “mai un euro del ministero, neanche per un caffè, è stato impiegato per viaggi e soggiorni della dottoressa Boccia”.
La difesa di Sangiuliano
La stessa presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, era intervenuta nel dibattito spiegando che il ministro “aveva valutato la possibilità di dare a questa persona un incarico di collaborazione non retribuito. Poi ha fatto scelta diversa e ha deciso di non dare quell’incarico, per chiarire alcune questioni”. Il resto, commentava la premier, “è gossip” e “lo lascio ad altri”. Ma per comprendere appieno la vicenda vale la pena, per una volta, affrontare di petto questo gossip e capire di cosa si tratta.
In un’intervista rilasciata a La Stampa, il ministro della Cultura si difende dalle accuse riguardanti il caso Boccia, affermando: “Non capisco come si possano chiedere le mie dimissioni, non ho fatto nulla di male, né a livello giuridico, né a livello istituzionale”. Il ministro sostiene di aver pagato personalmente tutte le spese delle trasferte estive con Maria Rosaria Boccia e di essere pronto a pubblicare ricevute ed estratti conto. Riguardo all’auto blu, Sangiuliano dichiara che Boccia “ci è salita sempre e solo con me, mai da sola. Sempre per brevi tragitti, magari verso la stazione”. Il ministro fa anche un paragone con altre “coppie politiche”, riconoscendo implicitamente un legame personale con Boccia che supera l’ambito lavorativo. “È il motivo per cui abbiamo bloccato la sua nomina come consigliera per i grandi eventi – dice -. […] Dovrebbero applaudirmi per questo”.
I video dentro Montecitorio
Al di là delle questioni private, la situazione assume tuttavia una rilevanza pubblica in quanto per coprire le faccende personali, il ministro ci ha messo un cappello ufficiale. Le rivelazioni di Boccia non si limitano a mail e telefonate registrate ma includono qualcosa che alza il livello della vicenda, trasformandola in una vera e propria spy story grottesca all’italiana.
Secondo quanto riportato da Il Fatto Quotidiano, la donna ha diffuso video realizzati con gli occhiali Ray-Ban Meta, un modello sviluppato da Luxottica con il colosso dei social network che integra telecamere sugli occhiali, attraverso i quali ha girato video all’interno di Montecitorio. Nelle sue storie Instagram in evidenza, infatti, è presente una cartella denominata “Montecitorio”, contenente immagini e video realizzati sia all’esterno che all’interno del Palazzo, anche di notte. Le riprese, effettuate con gli innovativi occhiali-telecamera, mostrano riprese effettuate nei corridoi e i saloni di Montecitorio, accompagnata dalle note di La notte di Arisa e The rhythm of the night.
Fonte : Wired