Nuovo anno scolastico al via, cosa cambia per studenti e insegnanti

Il nuovo anno scolastico 2024-25 è ormai alle porte e con lui anche novità e conferme. Ad attendere gli studenti italiani subito dopo il suono della campanella ci saranno alcuni cambiamenti. In particolare, riguardano: il divieto dello smartphone in classe e l’utilizzo di dispositivi elettronici, il ruolo di alcune figure didattiche e l’insegnamento dell’educazione civica.

Addio smartphone, bentornati diari

Banditi i cellulari dalle classi della scuola dell’infanzia e del primo ciclo di istruzione, anche per le attività educative e didattiche. È quanto scritto nero su bianco nella circolare del ministro dell’Istruzione e del merito, Giuseppe Valditara, pubblicata lo scorso luglio.

E così la maggior parte degli studenti italiani che si sta già preparando al ritorno sui banchi dovrà lasciare fuori da zaini e borse i propri smartphone. Infatti, il documento firmato dal ministro vieta in maniera assoluta l’uso dei cellulari, a eccezione di casi documentati e oggettivi in cui il suo utilizzo venga previsto da un piano educativo personalizzato come supporto ad alunni con disabilità o disturbi dell’apprendimento.

Altri dispositivi digitali come tablet e computer potranno ancora essere utilizzati per fini didattici, ma solo con la supervisione dei docenti.

Docenti tutori e orientatori: cosa sono?

Si tratta di due figure introdotte lo scorso anno nelle scuole secondarie di secondo grado, cioè licei e istituti professionali nell’ambito delle riforme previste dal Piano di ripresa e resilienza (Pnrr). Ma a partire dall’anno scolastico 2024-2025 potrebbero fare il loro ingresso anche nelle scuole medie. Il loro ruolo è quello di formare, indirizzare e supportare gli studenti, per aiutarli a scegliere in maniera consapevole il proprio futuro.

In particolare, negli scorsi mesi ha fatto parecchio discutere la figura del docente tutor. Se nella teoria si tratta di un insegnante con anche funzioni di orientatore per il supporto alle famiglie, nella pratica si traduce in una docente con mansioni estremamente diverse da quelle tipiche, mole di lavoro spropositata e retribuzione definita da alcuni insegnanti “ridicola”, come riportato da La Repubblica.

Come cambia l’educazione civica

Aria di novità anche per l’insegnamento di questa materia. Secondo le linee guida trasmesse dal ministero dell’Istruzione e del merito al Consiglio superiore della pubblica istruzione, dal prossimo anno scolastico le ore da dedicare all’educazione civica dovranno essere almeno 33 per ciascun anno scolastico e i programmi dovranno attenersi ad alcune prescrizioni ministeriali. Le linee guida danno grande enfasi ad alcuni aspetti in particolare come “la centralità della persona e la cultura del rispetto, l’identità italiana, europea e la cultura della Patria, cultura dei doveri e responsabilità individuale”.

Fonte : Wired