AGI – Papa Francesco denuncia “le leggi di morte che limitano le nascite” e durante il suo discorso alle autorità, alla società civile e al Corpo diplomatico dell’Indonesia è tornato sulla crisi delle nascite, sottolineando come le famiglie preferiscano avere cagnolini o gattini che mettere al mondo figli. Per il Pontefice manca un “effettivo e lungimirante impegno per costruire la giustizia sociale”.
“Malgrado le suadenti dichiarazioni programmatiche”, una “parte considerevole dell’umanità – ha osservato – viene lasciata ai margini, senza i mezzi per un’esistenza dignitosa e senza difesa per far fronte a gravi e crescenti squilibri sociali, che innescano acuti conflitti”. E a braccio ha aggiunto: “E come si risolve questo? Con una legge di morte, limitando le nascite”. Invece “voi in Indonesia – ha poi aggiunto sempre a braccio – avete famiglie con 3, 4 o 5 figli, e questo va bene, continuate avanti così”.
Tornando sulla crisi delle nascite ha poi concluso: “Forse queste famiglie preferiscono avere un gatto o un cagnolino, invece di un figlio. Questo non può andare bene”. Le parole del Pontefice hanno suscitato l’ilarità dei presenti e del presidente indonesiano Joko Widodo. E sicuramente susciteranno nuove polemiche da parte degli animalisti.
Papa Francesco più volte ha criticato le famiglie che preferiscono gli animali domestici piuttosto che mettere al mondo bambini, e tante volte ha lanciato l’allarme per il “grave inverno demografico” in Europa e soprattutto in Italia.
“Senza bambini e giovani, un paese perde il suo desiderio di futuro”, le parole di Francesco agli Stati Generali del maggio scorso sulla natalità. L’egoismo “anestetizza il cuore, fa vivere di cose, senza più capire per cosa; induce ad avere tanti beni, senza più saper fare il bene. E le case si riempiono di oggetti e si svuotano di figli, diventando luoghi molto tristi. Non mancano i cagnolini, i gatti… questi non mancano. Mancano i figli. Il problema del nostro mondo non sono i bambini che nascono: sono l’egoismo, il consumismo e l’individualismo, che rendono le persone sazie, sole e infelici”.
E più volte il Pontefice ha stigmatizzato coloro i quali portano a spasso i cani nel passeggino ricordando di aver sgridato una signora che gli aveva chiesto di benedire il suo cagnolino, il “suo bambino”.
E ovviamente, alle affermazioni del Pontefice sono seguite le critiche da parte degli animalisti. L’Oipa (Organizzazione Internazionale Protezione Animali) ha accusato Francesco di essere lontano “dall’amore incondizionato per gli animali, quello che invece hanno manifestato nel corso dei secoli molti santi da San Francesco, che li chiamava ‘fratelli’ e ‘sorelle’, a San Giovanni Bosco, passando per Sant’Antonio Abate, Santa Gertrude di Nivelles, San Serafino, San Filippo Neri”. Le affermazioni del Pontefice, ha continuato, rischiano di mandare in confusione i tanti “sacerdoti che benedicono gli animali durante alcune ricorrenze e che forse ora sentiranno di essere in torto, quando al contrario non fanno altro che seguire le orme del santo da cui il Papa ha voluto prendere il nome”.
Fonte : Agi