A Pescara si fa la rimpizza, il maritozzo abruzzese da intingere nel vino

Abruzzo terra forte e gentile”, come usano descriverlo i suoi abitanti, e soprattutto Abruzzo ricco di prodotti da forno e lievitati unici nel loro genere. Una regione che, da nord a sud, comprende una vasta geografia di ricette spostandosi dall’entroterra di stampo rurale e contadino fino alla costa dei Trabocchi. Ricette povere e di umili origini, nate dall’ingegno figlio di un tempo, ancora presenti nei forni e panifici locali. Come la rimpizza, una sorta di maritozzo dolce e aromatizzato all’anice o all’arancio diffuso soprattutto nella zona di Pescara. Oggi è consumata prevalentemente a colazione, anche se non è raro imbattersi nell’usanza di intingere questo pane dolce nel vino. Come una volta. Ci siamo fatti dare la ricetta da Fabrizio Camplone della Pasticceria Caprice del capoluogo abruzzese.

Le rimpizze di Camplone a Pescara

La merenda di chi lavorava nei campi abruzzesi

L’Abruzzo è sempre stata una terra rurale, con un ritmo scandito dalla vita quotidiana nei campi. È proprio qui infatti che sono nate tantissime preparazioni con lo scopo di ristorare i contadini del secolo scorso. Ne è un esempio la pizza scima, o acime, di cui vi abbiamo parlato qui: una sorta di pane azzimo senza lievito nato in ambienti poveri. E ovviamente la rimpizza, un panetto dolce che veniva servito dalle donne agli uomini che lavoravano alla trebbiatura. Infatti, la rimpizza è anche conosciuta come biscotto della tresca perché secondo la tradizione dei primi del ‘900 veniva preparato durante questo momento agricolo di primaria importanza per le comunità locali. Non a caso il termine rimpizza viene dal dialetto rimbizze, che vuol dire appunto riempire e quindi ristorare.

Il maritozzo d’Abruzzo veniva sfornato in casa e poi, verso le 16, le donne scendevano nei campi per il momento della merenda. Il dolce, trasportato nelle ceste insieme all’acqua fresca, era poi offerto ai lavoratori che erano soliti inzupparlo nel vino. Una merenda non inusuale in Italia, comune ad altre regioni come la Toscana, dove si usava mangiare pane sciapo imbevuto nel vino e zucchero.

La rimpizza da riempire con il gelato

La ricetta della rimpizza abruzzese

La rimpizza, dunque, è un pane dolce, una sorta di brioche di forma rotonda e molto semplice negli ingredienti. La sua ricetta può variare leggermente da zona a zona, anche se la variante più gettonata prevede l’utilizzo di lievito e non di ammoniaca nella preparazione. Per la rimpizza occorrono farina, lievito, acqua, uova, olio di oliva, latte, zucchero e semi di anice o scorze d’arancia, come ci spiega Fabrizio Camplone della Pasticceria Caprice di Pescara. Il suo composto deve essere elastico, in modo che l’impasto sia soffice al punto giusto grazie anche alla lunga lavorazione e lievitazione. Una volta cotta, può essere farcita con creme, gelato oppure con la scrucchiata, una marmellata realizzata con i soli acini d’uva di Montepulciano d’Abruzzo. Ovviamente, al giorno d’oggi, la rimpizza viene consumata tutto l’anno e durante la colazione. Ma se chiedete un bicchiere di vino per tuffarla nessuno vi guarderà male in Abruzzo.

Ingredienti

2000gr di farina 00

400gr di lievito naturale

550fgr di Olio extra vergine di oliva

1200gr di uova

1 vaniglia in bacca

2gr di scorza di arancia

40gr di sale

Procedimento

Impastare gli ingredienti per 20 minuti, alla fine unire l’olio di oliva mixato con l’uovo (tipo una maionese) e continuare per altri 10 minuti. Posizionare la pasta in frigorifero a +4° C pe 10/12 ore. A riposo avvenuto estrarre la pasta, formare delle palline da 60g, tagliare con l’apposito stampo e far lievitare. Cuocere a 180° per 18 min.

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Fonte : Today