Non finiscono le polemiche sulla partecipazione delle atlete transgender ai Giochi Olimpici, e in particolare anche a queste Paralimpiadi 2024 di Parigi. Gli scontri più recenti sono incentrati su Valentina Petrillo, l’atleta italiana 51enne che lunedì si è qualificata per le finali nei 400 metri nella categoria T12, ovvero quella dedicata persone con disabilità visive essendo lei ipovedente, anche se poi è stata eliminata dopo aver raggiunto un tempo di 58 secondi e 35 centesimi, il sesto in assoluto. Nei prossimi giorni gareggerà anche nei 200 metri piani. Petrillo, alla quale a 14 anni è stata diagnosticata la malattia di Stargardt che colpisce la retina, aveva praticato il calcio a 5 per ciechi e poi, attorno ai 40 anni, ha iniziato a correre vincendo 11 titoli nazionali nella categoria maschile di atletica leggera paralimpica. Nel 2019, poi, ha iniziato il percorso di riassegnazione di genere e la federazione internazionale World Para Athletics ha stabilito che potesse gareggiare nelle competizioni femminili, tanto che in questi mesi è arrivata appunto la prima qualificazione paralimpica.
Per molte persone, però, la sua partecipazione non è legittima. Tra le voci che nelle ultime ore si sono levate contro di lei nientemeno quella di J.K. Rowling, ormai notoria avversaria dell’inclusione delle persone transgender e spesso accusata di posizioni transfobiche. L’autrice di Harry Potter, ormai universalmente criticata, non ha esitato a definire Petrillo una “cheat”, ovvero un’imbrogliona o una truffatrice: “Perché tutta questa rabbia sulla tanto ispiratrice Petrillo? La comunità degli imbroglioni non ha mai avuto così tanta visibilità”, ha scritto su X/Twitter: “Gli imbroglioni conclamati come Petrillo provano anche l’epoca dello cheat-shaming è finita. Che modello! Allora dico, ridiamo a Lance Armstrong le sue medaglie e andiamo avanti”. Rowling, dunque, paragona il fatto che Petrillo sia una donna transgender (nella sua retorica, quindi, un “uomo che finge di essere donna”) alle squalifiche comminate ad Armstrong per doping.
Non è la prima volta, purtroppo, che J.K. Rowling si scaglia contro le persone transgender e in particolare il “pericolo” che in particolare le donne trans rubino posti e diritti che spetterebbero invece esclusivamente alle donne assegnate alla nascita come tali (le “donne biologiche”, si direbbe). La stessa scrittrice era una delle critiche più dure della pugile algerina Imane Khelif, accusata da certi giornali e soprattutto da una certa propaganda politica di partecipare alle competizioni femminili delle Olimpiadi 2024 pur essendo una donna transgender o addirittura un uomo che voleva “prendere a pugni le avversarie”. Khelif, terminate le Olimpiadi, ha annunciato di voler portare in giudizio per cyberbullismo chi ha seminato false notizie e illazioni su di lei, comprese personalità come Elon Musk e la stessa Rowling. In risposta Rowling ha cancellato diversi sui tweet dedicati a Khelif ma anche di recente è tornata a parlare di lei e, proprio nelle ultime ore, anche di Valentina Petrillo.
Ancora una volta, ovviamente, si torna a parlare di atlete transgender per tutte le ragioni sbagliate. Di tutta risposta, dopo la gara del 1° settembre, Petrillo ha voluto lanciare un messaggio di dialogo ed empatia: “Non è giusto che subiamo queste cose per il solo fatto che esistiamo. Nel mondo si muore per essere persone trans. C’è tanta paura e io incarno anche queste due diversità e spero che attraverso il mio messaggio si possa normalizzare quelli che sono considerati dei fenomeni”, ha dichiarato l’atleta: “Non bisogna aver paura, è la cosa che mi dà più fastidio. Le persone non devono aver paura di me, non faccio del male a nessuno“.
Fonte : Wired