I conservatori di Meloni contro Orban: cavallo di troia di Putin nell’Ue

Il partito dei Conservatori e riformisti europei sembra voler scaricare Viktor Orban, il leader che un tempo era visto come un possibile alleato o addirittura come un possibile membro dopo l’addio del premier ungherese al Partito popolare europeo. In un articolo sul sito della formazione politica di cui fa parte Fratelli d’Italia e di cui Giorgia Meloni è la presidente, è stato pubblicato un durissimo attacco contro il leader magiaro in cui l’Ungheria viene definita nel titolo “il cavallo di troia della Russia nell’Ue”.

“Dopo le recenti azioni diplomatiche intraprese da alcuni Stati membri dell’Ue, come l’Ungheria, sembra che si stia lentamente lavorando, a piccoli passi, per costruire un cosiddetto Cavallo di Troia russo, che avrebbe lo scopo di facilitare l’introduzione di spie sul territorio di uno Stato membro al fine di destabilizzare l’Unione europea”, si legge nell’articolo a firma di Eugen Olariu pubblicato su The Conservatives, il giornale online dell’Ecr (European Conservatives and Reformists).

I visti ai russi

L’autore critica nello specifico il nuovo programma che mira a semplificare le condizioni di rilascio dei visti per lavoro e di ingresso nel Paese per i cittadini della Russia di Vladimir Putin e della Bielorussia di Alexander Lukashenko, sostenendo che secondo gli esperti creerebbe “un’agevolazione che permetterebbe a potenziali agenti di spionaggio di entrare nell’Ue” e avrebbe lo “scopo principale di suscitare polemiche e creare l’impressione di una mancanza di unità tra gli Stati membri dell’Ue”.

Budapest ha sostenuto che la decisione sarebbe motivata esclusivamente da ragioni economiche ma le polemiche sono state durissime dell’Unione europea, anche perché l’Ungheria fa parte dello spazio Schengen e quindi chi entra nel Paese può poi muoversi poi liberamente in tutte le altre nazioni del blocco. “Da un punto di vista pratico, la decisione dell’Ungheria non sorprende nel contesto della solida cooperazione economica di Budapest con le imprese russe”, sostene l’articolo, riconoscendo che “esiste quindi un interesse economico”, che però sarebbe ulteriore rispetto “a quello principale, che è di tipo politico”.

Dal Ppe ai Patrioti

Il partito Fidesz di Orban faceva un tempo parte del Partito popolare europeo. Orban è però uscito dal Ppe (che lo voleva cacciare) nel marzo 2021 ponendo fine a quello che è sempre stato un matrimonio di convenienza ma scomodo allo stesso tempo per entrambe le parti che spesso si trovavano in disaccordo. Da allora Fidesz è stato corteggiato dall’Ecr di Meloni, ma alla fine dopo le elezioni europee Orban ha deciso di creare al Parlamento di Strasburgo e Bruxelles un nuovo gruppo di destra radicale, i Patrioti per l’Europa, insieme alla Lega di Matteo Salvini e il Rassemblement National di Marine Le Pen e Jordan Bardella.

Di fatto i rapporti tra Orban e Meloni restano ottimi e i due sono alleati nel Consiglio europeo, ma sono i polacchi di Diritto e Giustizia, altro importante membro dell’Ecr, ad avere problemi con quello che quando loro erano al governo a Varsavia era il loro principale alleato. I polacchi, pur sostenendo la stessa linea di Orban su questioni come i migranti e i diritti Lgbt+, sono fortemente anti russi, e non hanno mai accettato la linea morbida nei confronti di Mosca del loro vecchio alleato.

Fonte : Today