Metallica, come James Hetfield ha affrontato i traumi della sua difficile adolescenza nei testi della band

James Hetfield dei Metallica ha parlato in un incontro con i fan del suo modo di scrivere le canzoni come espressioni autentiche di stati d’animo, dubbi, paure ed emozioni accumulate negli anni dell’adolescenza che per lui sono stati difficili. Come ha detto spiegando le origini dell’ultimo album dei Metallica, 72 Seasons: «72 stagioni, i primi diciotto anni della nostra vita, formano la nostra personalità. Siamo prigionieri del passato o liberi dalle conseguenze di ciò che è accaduto nell’adolescenza?».

Per lui l’adolescenza è stato un periodo di isolamento e confusione, dal quale si è liberato scaricando rabbia, forza e insicurezze nella musica heavy metal. Cresciuto in California una famiglia di fondamentalisti religiosi cristiani fedeli alla chiesa della Scienza Cristiana (il padre Virgil Lee Hetfield era un camionista) ha vissuto il divorzio dei genitori a tredici anni e poi la malattia della madre Cynthia Bassett (una cantante lirica dalla quale ha ereditato il talento musicale) che ha rifiutato le cure per via delle sue credenze religiose ed è morta di cancro quando lui aveva sedici anni. James è cresciuto con il fratellastro David prima di incontrare Lars Ulrich e creare la band che per lui è sempre stata una famiglia, i Metallica. «La musica è sempre stata la voce che non avevo. Ero spaventato dal mondo, avevo paura di parlare, ero un ragazzo davvero timido e introverso. La musica mi ha dato un modo per esprimermi».

Le esperienze che ha vissuto hanno creato l’immaginario oscuro e i temi di molte canzoni dei Metallica, dal testo di Dyers Eve sull’album …And Justice for All alla rabbia di Ride the Lightning e Master of Puppets, fino all’esplorazione dell’inconscio di Enter Sandman e The Go That Failed (tutte e due pubblicate sul Black Album del 1991) in cui affronta con parole molto dure la questione della fede della sua famiglia («La mia educazione religiosa è stata un’esperienza alienante» ha detto) e della morte di sua madre, difficile da comprendere ed accettare: “La promessa non  è stata mantenuta, tradimento / La mano che cura è stata fermata da un ago che fa in profondità / Segui un Dio che ha fallito”.

Parlando dei suoi punti di riferimento come autore, James Hetfield ha detto: «Mi piacerebbe essere uno scrittore del livello di Nick Cave, Leonard Cohen o Tom Waits. Mi affascinano quel tipo di autori che riescono a scrivere dei poemi e a trasformarli in canzoni costruendogli un ambiente musicale intorno. Adoro tutto quello che ha scritto Tom Waits, mi piace tantissimo Murder Ballads di Nick Cave. Ho ascoltato anche molte canzoni di Leonard Cohen: odio la sua musica, ma i testi sono bellissimi»

Fonte : Virgin Radio