Nel 1994, Eddie Vedder passa davanti ad un vetrina di un negozio di vestiti e vede una giacca, copia esatta di quella che ha indossato durante una delle apparizioni televisive dei Pearl Jam, in vendita a 650 dollari. «Io l’avevo comprata a Seattle per 12 dollari» ha raccontato Eddie, «Nello stesso periodo ho visto una puntata della sitcom Genral Hospital, e c’era un nuovo personaggio vestito come me: maglietta militare, capelli lungi. L’unica differenza è che era molto più bello di me, era Ricky Martin». Nasce così una delle canzoni più potenti dei Pearl Jam, Corduroy (il termine inglese con cui si indica una giacca di velluto a coste), un grido di rabbia contro la mercificazione dello stile e dell’immagine della scena grunge di Seattle che da simbolo di appartenenza e spirito radicale (i ragazzi di Seattle si vestivano con la camicia a quadri come i boscaioli delle foreste di Washington State per simboleggiare il loro rifiuto della moda e dell’apparenza degli anni 90) è stato trasformato in moda e rivenduto al pubblico mainstream dalle multinazionali. «Loro possono comprare i miei vestiti ma non li possono indossare» canta Eddie Vedder nel testo di Corduroy che diventa uno dei pezzi più amati dal pubblico, «Non voglio zoppicare perché loro possano camminare».
È uno dei brani da Vitalogy, il terzo album dei Pearl Jam, che esce il 22 novembre 1994 arriva al numero uno in America, vende oltre 6 milioni di copie ed esce in vinile in un formato speciale simile ad un libro, con la copertina rigida di colore marrone e una scritta in oro, un’idea ed un titolo che Eddie Vedder prende da un vecchio libro di medicina che trova in un mercatino. All’inizio i Pearl Jam volevano intitolare l’album Life: fin dagli esordi nel 1991 con Ten combattono contro le regole del music business, sono pieni di rabbia per l’esplosione commerciale del grunge che nessuna band grunge voleva davvero e per la morte di Kurt Cobain ed esprimono tutto in brani diventano classici del rock alternativo americano Not For You, Spin the Black Circle, Better Man e Cordurory. «Parla di una relazione tra un persona e milioni di altre persone» spiega Eddie Vedder, «È una dichiarazione forse fin troppo ovvia da parte mia. Per questo nel vinile di Vitalogy invece dei testi ho scelto di mettere una radiografia dei miei denti. Sono messi male, come la mia testa in quel momento».
Fonte : Virgin Radio