Perché Volkswagen pensa di chiudere alcune fabbriche in Germania

Per la prima volta in 87 anni di storia, Volkswagen sta valutando l’ipotesi di chiudere degli stabilimenti in Germania. Come riporta Il Sole 24 Ore, il colosso tedesco, uno dei simboli dell’industria del paese, ha infatti reso noto il 2 settembre di non poter escludere un ricorso a tale misura per rispondere ad alcune serie difficoltà economiche.

I numeri della crisi

In particolare, la casa automobilistica di Wolfsburg ha bisogno di tagliare dieci miliardi di euro di spese entro il 2026. Per farlo, il gruppo starebbe valutando la chiusura di una grande fabbrica di automobili e di un impianto di produzione di componenti (gli analisti indicano come papabili gli stabilimenti di Osnabrück, in Bassa Sassonia, e di Dresda, in Sassonia) e la rottura del patto ormai trentennale con i sindacati: siglato nel 1994, esso prevedeva il congelamento dei licenziamenti fino al 2029.

Il clima economico – spiega in una nota l’amministratore delegato del gruppo Volkswagen Oliver Blumeè diventato ancora più difficile e nuovi operatori stanno entrando in Europa” e “la Germania come sede di produzione sta perdendo terreno in termini di competitività”. Per il gruppo, proprietario anche di Audi, Seat, Cupra, Škoda Auto, Bentley, Lamborghini e Porsche, l’azienda di Wolfsburg rappresenta la principale fonte di vendite. Ora sarà anche il primo marchio a subire una riduzione dei costi finalizzata alla razionalizzazione delle spese da affrontare per sostenere la transizione verso l’elettrico.

La variabile elettrico

Proprio il ritardo in quest’ultima è costato al gruppo la perdita di quasi un terzo del proprio valore in borsa negli ultimi cinque anni, peggior risultato tra le case automobilistiche europee. Una buona fetta della quota di mercato cinese del colosso è stata erosa in favore delle competitor locali, più pronte a garantire prezzi accessibili agli automobilisti.

In tutto il mondo, Volkswagen impiega circa 680mila lavoratori, quasi la metà dei quali (300mila) in Germania. Anche questi numeri danno l’idea della portata delle prossime mosse del gruppo: in passato, confronti sul tema dei diritti dei dipendenti nel paese sono costati l’interruzione o l’accorciamento dei mandati di alti dirigenti, come per esempio nel caso dell’ex ad Bernd Pischetsrieder, dell’ex capo del marchio VW Wolfgang Bernhard e del predecessore di Blume Herbert Diess.

Fonte : Wired