La Malaysia ha celebrato i 67 anni dalla fine del dominio britannico. Nel suo intervento Sharafuddin Idris Shah ha ricordato i pericoli legati alle divisioni etniche e confessionali, rilanciando l’invito a una “visione comune”. La diversità, aggiunge, “è il collante che tiene unite le persone”.
Kuala Lumpur (AsiaNews) – Un richiamo all’unità, alla fine della saga delle divisioni etniche e confessionali nel Paese, a mettere da parte gli interessi personali in nome di una visione comune: è il monito lanciato alla classe politica e ai leader delle diverse fazioni dal sultano di Selangor Sharafuddin Idris Shah, in occasione della festa dell’Indipendenza in Malaysia (Merdeka Day, nel 1957) che si è celebrata il 31 agosto scorso. “I leader politici – ha detto, pur senza fare nomi di persone o partiti – continuano a promuovere una politica comunitaria odiosa nonostante il pericolo che ciò rappresenta per il tessuto sociale”, rilanciando il monito a “evitare” di fomentare “l’odio”.
La Malaysia ha ottenuto l’indipendenza dalla Gran Bretagna il 31 agosto 1957. Tuttavia, dopo oltre 60 anni di guida autonoma dello Stato deve affrontare una vera e propria “crisi di identità”, in cui razza ed etnia finiscono per prevalere in modo esplicito nella politica, nell’istruzione o nell’economia.
Il sultano Sharafuddin ha ricordato ai concittadini che la diversità non deve essere “un motivo di separazione”, ma deve essere percepita come una “benedizione” per promuovere una “società rispettosa e plurale”. Egli ha inoltre consigliato di prestare grande attenzione affrontando argomenti delicati “come la razza, la religione o la regalità” (le cosiddette 3R), per scongiurare “narrazioni tossiche” che possono “disturbare la pace” in una società pluralistica.
L’ultimo incidente di questo tipo ha coinvolto il presidente della coalizione di opposizione Perikatan Nasional Muhyiddin Yassin, già primo ministro, che è stato accusato nei giorni scorsi di sedizione per i suoi commenti sul precedente re. Le parole della discordia sono state pronunciate in occasione di un tour elettorale per le amministrative a Nenggiri, recentemente concluse.
In un’altra occasione, il sultano Sharafuddin ha consigliato ai malaysiani più giovani di prendersi il tempo necessario per approfondire il significato della Merdeka (Indipendenza) e di capire che non si tratta solo di invocarla ad alta voce una volta all’anno il 31 agosto. Egli ha quindi messo in guardia dai pericoli di un “nuovo colonialismo” che si vanno diffondendo nel mondo, in particolare attraverso la tecnologia e sui social media.
Come ha sottolineato il sovrano di Selangor, i politici stanno inasprendo le divisioni religiose e culturali a fronte di una visione più severa di islam che si sta evolvendo e minaccia lo status quo. I cittadini non musulmani e i musulmani progressisti si preoccupano di leggi come il diritto penale islamico (Hudud) o di potenziali promulgazioni di norme ispirate alla sharia, la legge islamica. Una prospettiva nemmeno troppo remoto in alcuni Stati governati dal partito islamista Pan-Malaysian Islamic Party (Pas). Il timore è che queste nuove norme possano distruggere l’identità pluralistica e l’unicità del mosaico che compone la Malaysia.
I cittadini aspirano alla stabilità sociale e possono ottenerla solo se la macchina amministrativa del Paese assume una posizione inclusiva, non esclusiva, quando si tratta di condividere la ricchezza economica e le opportunità di lavoro e di istruzione. Le diverse anime del mosaico malaysiano – che comprende nativi, originari della Cina, indiani, dayak del Borneo, kadazan e altre minoranze – rispecchiano una nazione “che è quanto di più diverso possa esistere”. Come ha ricordato, concludendo il suo intervento, il sultano di Selangor in merito al fatto che “la diversità è il collante che tiene unite le persone, e questo deve diventare il richiamo elettrizzante nei discorsi di Anwar [bin Ibrahim, il primo ministro] quando parla al cuore dei malaysiani”.
Fonte : Asia