L’esperienza di Luca Arca, 31enne unico rappresentante dell’Italia alle Paralimpiadi 2024 di Parigi nella disciplina del tennis in carrozzina, è terminata lo scorso 30 agosto, dopo la sconfitta con l’israeliano Adam Berdichevsky. Ma la bravura di Arca, 37esimo nel ranking mondiale, e il generale entusiasmo per questo sport ha scatenato una grande curiosità nei confronti appunto del tennis in carrozzina, o wheelchair tennis. Fu inventato nel 1976, quando l’ex sciatore acrobatico Brad Parks, rimasto paraplegico dopo un incidente sportivo, incontrò l’atleta disabile Jeff Minnebraker e insieme lavorarono per portare a livelli professionistici questa loro nuova specialità. In seguito alla crescente popolarità, il tennis in carrozzina è entrato nei Giochi Paralimpici a partire dal 1992, nell’edizione di Barcellona, e oggi è praticato anche in tutti i tornei del Grande Slam e in altre competizioni dedicate come l’ITF Wheelchair Tennis Tour. A Parigi 2024, la sede è quella dello storico e prestigioso Roland Garros.
I partecipanti
Sono ammessi nella disciplina gli atleti che rientrano nelle condizioni di paraplegia, quadriplegia ed equivalenti, o chi presenta protesi per arti inferiori ed equivalenti, disabilità fisiche che limitano il movimento. Tutti gli atleti gareggiano su sedia a rotelle.
Le racchette e le palline
Il tennis in carrozzina segue le stesse regole del tennis tradizionale, quindi il campo, la rete, le racchette e le palline hanno le medesime dimensioni e funzioni. Unica eccezione cruciale è che, nel tennis in carrozzina, la palla può rimbalzare due volte prima che il giocatore la colpisca di nuovo e questo secondo rimbalzo può avvenire anche all’esterno del campo. In alcuni casi gli atleti possono essere assistiti al momento della battuta, con un’altra persona che può far rimbalzare la palla al posto loro.
Le categorie
Gli atleti sono divisi in due categorie: la classe Open è dedicata alle persone che hanno disabilità che riguardano esclusivamente gli arti inferiori, ma che invece hanno una normale funzionalità delle braccia; la classe Quad, d’introduzione più recente, riguarda anche coloro che hanno limitazioni anche al braccio usato nel gioco, e quindi hanno una ridotta capacità di manovrare racchetta e carrozzina.
Fonte : Wired