Negli ultimi quattro anni, oltre 23mila infermieri hanno deciso di dimettersi dal loro impiego a tempo indeterminato in un ospedale pubblico italiano per andare a lavorare all’estero o per cambiare totalmente vita e settore lavorativo. È quanto rivela un’indagine del Nursing Up, il sindacato nazionale infermieri, secondo una stima relativa al periodo 2023-2024. Un’emorragia comune ad altri Paesi Ue e contro la quale la Commissione europea ha annunciato un piano d’aziona da 1,3 milioni di euro in collaborazione con l’Organizzazione mondiale della sanità (Oms).
La fuga dagli ospedali italiani
Lo studio di Nursing Up affronta nel dettaglio il periodo 2021-2022. In questo biennio, hanno lasciato la sanità pubblica italiana oltre 15mila infermieri con contratto a tempo indeterminato. Secondo il sindacato, si tratta del “più alto numero di dimissioni volontarie dalla sanità pubblica”. Le destinazioni sono i Paesi stranieri, il privato, “nonché una percentuale di oltre il 20 per cento decide di cambiare del tutto vita”. La pandemia di Covid ha sicuramente inciso sulle scelte degli infermieri. Ma la fuga, stando ai dati preliminari raccolti dall’organizzazione, è stata sostenuta anche nel periodo 2023-2024: in questo periodo si stima che gli infermieri che hanno abbandonato il sistema sanitario pubblico siano stati oltre 8mila. In quattro anni, dunque, l’emorraggia complessiva avrebbe superato le 23mila unità. Un vuoto che i ‘rinforzi’ provenienti da Cuba, Argentina, India e Paraguay non riescono comunque ancora a colmare.
Il piano Ue
Come dicevamo, la fuga degli infermieri è un problema comune ad altri Stati Ue. Non a caso, lunedì la Commissione europea ha annunciato un accordo con l’Oms che prevede lo stanziamento di 1,3 milioni di euro per sostenere i Paesi membri a trattenere gli infermieri nei loro sistemi sanitari e rendere la professione “più attraente”.
L’accordo, spiega Bruxelles in una nota, è finanziato dal programma europeo per la sanità EU4Health e prevede attività in tutti gli Stati membri dell’Ue per un periodo di 36 mesi. Particolare attenzione sarà rivolta ai Paesi che presentano una significativa “carenza di personale sanitario, in particolare di infermieri”, si legge nella nota.
Il finanziamento comprenderà la creazione di piani d’azione per il reclutamento, programmi di tutoraggio per attirare una nuova generazione di infermieri, la stesura di valutazioni d’impatto sulla forza lavoro infermieristica per comprendere i problemi alla base di queste carenze strutturali e le strategie per migliorare la salute e il benessere degli infermieri. “Gli infermieri sono la spina dorsale dei nostri sistemi sanitari e sono fondamentali per garantire che i pazienti ricevano cure professionali e di alta qualità quando ne hanno bisogno”, commenta la commissaria Ue alla Salute, Stella Kyriakides.
Fonte : Today