George R.R Martin ha parlato o meglio, ha scritto. In uno dei suoi ultimi post sul suo blog, Martin ha infatti buttato lì una frase piuttosto criptica: “Non è che veda l’ora di scrivere altri post su tutto ciò che di sbagliato c’è in House of the Dragon”, ha esordito, per poi aggiungere: “Ma devo farlo e lo farò. Non oggi, però”.
Le serie tv, soprattutto quelle popolarissime, attirano sempre le opinioni più variegate: succede in particolar modo, ultimamente, per House of the Dragon, che deve portare su di sé la pesante eredità di quell’enorme successo planetario chiamato Game of Thrones, di cui è il tanto atteso prequel. In queste prime due stagioni si sono susseguiti i punti di vista più disparati, tra quelli che la amano e pensano abbia superato addirittura l’originale e quelli che invece ne sottolineano i punti deboli, specialmente rispetto al romanzo Fuoco e sangue di George R.R. Martin che ne è la fonte primigenia. E tra i detrattori, almeno parziali, dello spin-off pare esserci proprio lo stesso scrittore, storicamente sempre molto franco nei giudizi sui prodotti audiovisivi tratti dalle sue opere.
Conoscendo le tempistiche altalenanti di Martin per quanto riguarda le promesse di scrittura (sì, The Winds of Winter, pensiamo a te), non è detto che il post di critiche arrivi presto. Di certo è un cambio di opinione che si prospetta eventualmente anche radicale, rispetto alle opinioni che, sempre sul suo blog, aveva espresso solo lo scorso luglio: “Ho avuto una piccola anteprima dei primi due episodi della stagione due”, aveva commentato all’epoca: “Che modo magnifico di iniziare una stagione”. Aveva continuato poi a elogiare la regia di Alan Taylor e Clare Kilner, ma anche l’intensità della recitazione di Emma D’Arcy e l’umanità che Tom Glynn-Carney infondeva a un personaggio come Aegon. Cos’è cambiato nel frattempo?
La seconda stagione di House of the Dragon è stata a dire il vero elogiata per aver approfondito tematiche e atmosfere, soprattutto quelle più tormentate, che erano state solo accennate in un primo ciclo di episodi necessariamente introduttivo. Alcuni critici e spettatori, tuttavia, si sono detti un po’ delusi dal numero ristretto di scene d’azione, anche se non sono mancati i colpi di scena e le morti eclatanti. C’è anche un motivo prettamente produttivo: Hbo aveva già deciso di ridurre il numero di episodi di questa seconda stagione da 10 a 8, rimandando dunque necessariamente alla prossima terza stagione un momento topico come la Battaglia del Condotto, uno degli scontri più efferati tra i Neri e i Verdi durante la Danza dei draghi. Che sia solo una questione di ritmo quella su cui ha dei dubbi Martin? Chissà, anche se probabilmente lo scrittore avrà molto di più da (ri)dire rispetto all’adattamento di una delle sue opere più fatidiche.
Fonte : Wired