Bija, uno dei più noti trafficanti di esseri umani in Libia, è stato ucciso

Aveva scalato i vertici della marina libica fino a diventare uno degli uomini più potenti della guardia costiera del suo paese. Abdel-Rahman Milad, meglio conosciuto con il soprannome di “Bija”, uno dei più potenti trafficanti di esseri umani Libia, è stato freddato domenica nella capitale Tripoli da ignoti aggressori. L’uomo era accusato di gestire i centri di detenzione per migranti a Zawiya, dove continuano a verificarsi gravi violazioni dei diritti umani. Tra le sue azioni più gravi, si sostiene che abbia aperto il fuoco e affondato diverse imbarcazioni di migranti, causando la morte di decine di persone.

Cosa sappiamo finora

Bija guidava un’unità della guardia costiera nella città di Zawiya, nell’ovest della Libia, ed era stato precedentemente sanzionato dal Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite per il suo coinvolgimento nel traffico di esseri umani. Al momento, nessuna fazione ha rivendicato l’omicidio. Secondo i resoconti dei media locali, Milad è stato colpito mentre si trovava alla guida del suo veicolo, una Toyota Land Cruiser bianca, nel quartiere Sayyad di Tripoli. Alcuni video diffusi sui social mostrano l’auto crivellata di colpi su un lato non lontano dall’accademia navale di Janzour.

Milad è stato a capo del porto di Zawiya e, successivamente, della Guardia costiera locale, un’unità formata nell’ambito dell’operazione Sophia, finanziata dall’Italia e dall’Unione Europea per contrastare le partenze di migranti verso l’Europa. Il suo nome è stato inserito nella lista delle sanzioni delle Nazioni Unite con la Risoluzione 1970, che mirava tra le altre cose a combattere il traffico di migranti, un fenomeno esploso in Libia dopo la caduta di Gheddafi.

I legami con l’Italia

Un’inchiesta del quotidiano Avvenire rivelò che nel 2017 Milad partecipò a un incontro segreto in Italia presso il Cara di Mineo, uno dei più grandi Centri di accoglienza per richiedenti asilo in Europa, situato nei pressi di Mineo, in Sicilia. All’incontro era presente una delegazione del ministero dell’Interno italiano. Nell’ottobre 2020, il governo libico guidato da Fayez al-Sarraj lo ha arrestato con l’accusa di traffico di esseri umani e contrabbando di carburante. Tuttavia, nell’aprile 2021 è stato rilasciato per insufficienza di prove. Il suo arresto aveva scatenato proteste e minacce di ritorsioni da parte delle milizie della sua città natale.

Fonte : Wired