Arriva dalla Cina il robot chef low cost che ci aiuterà ai fornelli

Nel 2023, presso l’Università di Cambridge, un team di ricercatori ha condotto uno studio per “avvicinare” i robot di ultima generazione alla quotidianità. Pubblicata su IEEE Access, la ricerca ha fatto parlare molto di sé: al pari di un novello cuoco, infatti, l’umanoide è riuscito non a riproporre la ricetta culinaria per cui era stato programmato bensì ad apprendere, dopo aver visionato alcuni video, una serie di nuove abilità. Per approntare nuovi piatti. C’è di più. Sulle 16 clip mostrategli, nel 93 per cento dei casi il robot ha riconosciuto la ricetta corretta, nell’83 per cento ha i passaggi compiuti dallo chef umano e – soprattutto – ha appreso ogni variazione possibile (la preparazione di una doppia porzione o un errore, ad esempio).

“Volevamo capire se fosse possibile addestrare un cuoco umanoide ad apprendere nello stesso modo in cui possono farlo gli uomini”, le parole degli studiosi. L’obiettivo dei ricercatori, nel Regno Unito come nel resto del mondo, è chiaro: abbattere sempre di più la soglia di accesso all’universo dei robot. Fino a ritrovarceli dentro casa non solo per aiutarci, ma a compire una serie di azioni per nostro conto. È il caso di Unitree G1, il robot umanoide presentato a Yokohama, in Giappone, in occasione dell’ICRA, la conferenza internazionale su robotica e automazione.

Robot che cucinano per noi

Alto 132 centimetri, largo 45 e “spesso” 20: sono le dimensioni (pari a quelle di un bambino di 9-10 anni) dell’umanoide “G1” di Unitree Robotics, giovane realtà cinese in costante ascesa nello sviluppo di robot di ultima generazione. Grazie alla struttura dei sui giunti (i cui gradi di libertà sono 23, ma c’è modo di estenderli fino a 43), “G1” – dotato di intelligenza artificiale – può “accartocciarsi” diventando una sorta di trolley. È poi in grado di muoversi in modo agile, facendo leva sugli snodi della vita, del ginocchio e dell’anca (raggiungendo una velocità di 2 metri al secondo) nonché di resistere a colpi e, soprattutto, di usare le mani per diverse operazioni. Come quando è in cucina, dove prepara toast, stappa bottigliette di Coca-Cola, rompe le noci.

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Senza dimenticare che l’innovativo robot può saltare e camminare a una velocità massima superiore a 7 chilometri all’ora. Tecnologia a parte, l’ulteriore passo avanti compiuto dall’azienda di Hangzhou, nella provincia di Zhejiang, è stato quello di mettere in vendita l’Unitree G1 – il cui peso è 35 chili inclusa la batteria al lito che gli assicura un’autonomia di due ore – al prezzo di 16mila dollari (poco più di 14mila euro). Rendendolo uno degli umanoidi più economici sul mercato, con un design ottimizzato che riduce i costi conservando prestazioni elevate.

Figli dell’intelligenza artificiale

Da Unitree G1 passando per Figure 02 – il robot umanoide che parla grazie a ChatGpt lanciato da Figure AI, startup californiana in rampa di lancio nel campo della robotica, sulla quale ha investito (e sta proseguendo a farlo) la stessa OpenAI – si approda a Tong Tong, la bambina figlia dell’intelligenza artificiale. In lingua cinese “ragazzina”, Tong Tong (presentata dal Beijing Institute for General Artificial Intelligence, l’istituto del Paese che lavora a soluzioni di IA) riproduce il comportamento di una persona di 3-4 anni.

Secondo i ricercatori l’umanoide, di cui è stato mostrato un prototipo virtuale, riesce a mostrare un livello di coinvolgimento emotivo (esprimendo emozioni come la rabbia, la felicità, la tristezza) mai raggiunto in nessun altro modello di intelligenza artificiale. Migliorando di continuo mediante l’apprendimento e le interazioni con gli esseri umani. Già, perché Tong Tong si rivolge in primis alle persone prive di compagnia, un fenomeno crescente in Cina (sempre di più in bilico tra declino demografico e solitudine). “Ad oggi è ancora oggetto di rapidi aggiornamenti ma entrerà in diversi aspetti della nostra vita”, le parole del direttore di Bigai, Zhu Shongchun.

Fonte : Today