Usare un dirigibile robot per cercare terre rare e acqua

Drone, aereo o elicottero? Nessuno dei tre. Perché adesso chi vuole sorvolare il territorio può optare anche per un dirigibile. Non si tratta di un ritorno al passato, ma un volo verso il futuro. È con questo spirito che la startup Flofleet ha realizzato un aerostato di 12 metri per 10 a guida autonoma, con un potenziale di 48 ore di volo, e che si ricarica grazie all’energia solare. L’azienda che l’ha realizzata ne sta già usando uno in versione più piccola, ma quello che si alzerà in autunno è destinato a cambiare il “modo di vedere” il settore.

Lo studio dell’acqua

Prima di approfondire le caratteristiche tecniche di questo nuovo velivolo, meglio capire se vale la pena di “sporcarsi le mani” con le sue 8 turbine elettriche con cui riesce a muoversi in ogni direzione. Salendo a bordo troviamo un gravimetro, perché il dirigibile è capace di effettuare delle analisi geofisiche, realizzando un particolare focus sul ciclo dell’acqua. La pioggia di per sé non è un evento estremo, anche se delle volte lo può diventare. L’importanza di questo lavoro risiede nel dare le giuste informazioni a chi si occupa, per esempio, di costruzioni, perché venga messo a conoscenza su dove è preferibile costruire.

Sorvolando, si riescono a mappare le falde acquifere e monitorarne le variazioni, riuscendo a cogliere anche il contrasto tra le rocce cariche di acqua e quelle secche”, spiega Andrea Cecchi, amministratore delegato e co-fondatore di Flofleet, sedi a Londra e Milano. Tutte queste informazioni trovano posto in mappe realizzate con lo spin off del Politecnico di Milano GReD, assieme ai dati di geologia. I due team stanno infatti collaborando a questa applicazione del velivolo, per fornire uno strumento di facile uso ma allo stesso tempo ad alta precisione.

Analogamente si possono localizzare anche eventuali strutture sotterranee o mine, ma con l’aggiunta di un magnetometro si può cambiare rotta, andando incontro ai vulcani e agli interessi di due enti come l’Agenzia spaziale europea (Esa) e l’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia (Ingv). Flofleet, infatti, è anche in grado di “monitorare l’attività magmatica, studiare la struttura del vulcano e rilevare le informazioni del sottosuolo – precisa Cecchi – supportando analisi oggi spesso ancora manuali”. Il suo sorvolare silenzioso e costante può assicurare ai ricercatori dati frequenti e istantanei, senza nessun impatto sull’ecosistema naturale.

Chi sorvola trova

Il dirigibile autonomo di Flofleet non sta solo a guardare, ma riesce anche a trovare. Un’attività che svolge già per il settore oil & gas è la ricerca di nuovi giacimenti di petrolio e gas naturale, ma la massima ambizione è quella di mettere tutta la sua capacità a servizio di una vera “critical mission”, quella di trovare terre rare in Europa. “Con questo velivolo, siamo in grado di fornire un quadro più completo del sottosuolo, riducendo i rischi di perforazione esplorativa, migliorando l’efficienza delle operazioni minerarie e ottimizzando la localizzazione dei giacimenti economicamente sfruttabili”, spiega Cecchi. Tutti vantaggi su cui, assieme al suo partner GReD, FloFleet vuole far leva per vincere il bando Esa in arrivo, dedicato a nuove soluzioni di analisi geofisica per terre rare.

Fonte : Wired