400 ore di copertura televisiva per ogni stagione, 200 di contenuti post-prodotti e un ammontare totale di 500 terabyte di dati generati per ogni weekend di gara.
La Formula 1 è uno degli sport, se non lo sport in assoluto, che genera più informazioni al mondo. Numeri impressionanti che fanno il paio con la sempre più accentuata spettacolarizzazione di questo sport.
Guardare da casa un gran premio, infatti, non è mai stata un’esperienza così immersiva come lo è oggi.
Più di cento diverse inquadrature, slowmotion sempre più accattivanti, grafiche con dati e tempi che aiutano lo spettatore a comprendere l’andamento della corsa. E poi ancora contenuti pre e post gara, approfondimenti ingegneristici, video veicolati quotidianamente via social fra un gp e l’altro.
La domanda sorge spontanea: chi, come, ma soprattutto, dove si realizza tutto questo? La risposta è meno scontata di quello che si potrebbe pensare.
Un unico hub per tutte le trasmissioni
Ciò che gli appassionati vedono in televisione o tramite un tablet, in passato, veniva prodotto direttamente da Formula 1 nel circuito in cui la singola gara si svolgeva. Per ogni gran premio, all’incirca 250 persone, decine di camion e tonnellate di strumentazioni si spostavano di paese in paese per garantire la produzione e la trasmissione delle gare.
Una mobilitazione importante, anche in termini ambientali, che oggi è stata più che dimezzata.
Dal 2020, infatti, le operazioni media di F1 sono state centralizzate in un unico, e sorprendentemente anonimo, edificio situato in un’area industriale a sud-est di Londra.
Qui, nel Media and Technology Centre di Biggin Hill, le immagini delle gare arrivano in tempo pressoché reale su oltre 400 monitor, ed è da questo luogo che vengono ritrasmesse ai broadcaster internazionali per arrivare nelle nostre case o sui nostri smartphone.
Cerchiamo di capire come questo sia diventato possibile e quali vantaggi ha comportato.
Come funziona il Media and Technology Centre di Biggin Hill
Il nome di dirà poco o niente al pubblico italiano, se non ad appassionati di storia militare o aeronautica. Dall’aerodromo di Biggin Hill, infatti, partirono i primi caccia della RAF per difendere il Regno Unito dagli attacchi nazisti durante la Seconda guerra mondiale.
Facendo un passo indietro, nel 1917, si svolsero qui le prime trasmissioni radio fra due aerei in volo. Un destino nella comunicazione e nella tecnologia che quattro anni fa ha trovato un turning point inaspettato.
“La Formula 1 è sempre all’avanguardia e – afferma Pete Samara, Director of Strategic Technical Ventures di Formula 1 – trasmettere video in maniera sempre più innovativa è la chiave di ciò che facciamo”. Per questo motivo, data anche la forte domanda di lavoro da remoto generata dalla pandemia, è arrivata la decisione di creare un unico centro di controllo nel quale convogliare il segnale dai circuiti e, da questo, ritrasmetterlo in tutto il mondo.
“Voi pensate che il capo della regia di F1 sia a Monza in questi giorni?”, chiede ironico Samara. “No, ovviamente no – ride – si trova a Biggin Hill”.
Dieci giorni prima di ogni gara, i tecnici di F1 cablano due connessioni a fibra ottica lunghe circa 65km con una larghezza di banda da 10 gigabit l’una.
Tramite questi canali, le immagini riprese negli autodromi vengono inviate in Inghilterra con una latenza minima (180-250 millisecondi, con un picco per le gare in Australia di 300 millisecondi).
Sul circuito, ad operare queste trasmissioni, resta una stazione di controllo locale detta Event Technical Center. L’ETC, progettato in partnership con Lenovo, è una struttura di 25x15m che ospita circa 750 device di diversa natura, dove girano oltre 40 sistemi software realizzati ad hoc.
Il suo scopo, oltre alla buona riuscita del broadcasting, è anche quello di elaborare dati per i team in gara come le telemetrie delle vetture o i rilevamenti cronometrici.
In una race weekend, per dare un’idea, l’ETC fornisce tra i 350.000 e i 400.000 eventi di cronometraggio, generando 300-400 gigabyte di dati tecnici tra F1, F2 e F3.
Questo dialogo a distanza tra Biggin Hill e l’ETC locale è stato reso possibile grazie allo sviluppo di una piattaforma di virtualizzazione all’avanguardia, installata da Lenovo nella cittadina britannica: 448 core CPU con una potenza di elaborazione di 1,16 terahertz e 3,5 terabyte di RAM.
Sono numeri impressionanti, se si pensa che solitamente siamo abituati a ragionare in termini di gigahertz per la potenza di calcolo e gigabyte per la memoria volatile.
I vantaggi di trasmettere da più lontano: sostenibilità e inclusione
Nel Media and Technology Centre di Biggin Hill, dove lavorano circa 170 persone, le attività sono di diversa natura.
Si va dalla scelta delle immagini alla loro color correction da remoto.
Anche la selezione dei team radio dei piloti, che tanto hanno contribuito tramite i social ad avvicinare pubblici più giovani alla Formula 1, è gestita a distanza da otto persone che incessantemente ascoltano le conversazioni con i team.
Queste otto persone, prima dell’avvento di Biggin Hill, sarebbero state a bordo pista.
Ma con il nuovo modello di gestione da remoto, il numero di operatori che si recano fisicamente nei circuiti si è drasticamente ridotto, passando da 250 a soli 130.
Inoltre, è stato stimato che, rinunciando al trasbordo di server e apparecchiature, il peso della tecnologia itinerante è diminuito di 100 tonnellate, ovvero 40 camion in meno che circolano per il mondo ogni weekend di gara.
Al netto dei consumi elettrici, “il nostro bilancio energetico resta comunque in positivo”, dice ancora il capo delle iniziative tecniche di F1 Pete Samara, che aggiunge: “Oggi innovazione vuol dire sostenibilità. Non vogliamo essere sostenibili perché dobbiamo essere cool ma perché dobbiamo farlo per la collettività”.
Infine, mantenere 170 persone a Biggin Hill significa tenerle vicino casa o comunque stanziali: “L’inclusione è importante. Se si viaggia si è lontani dalle proprie famiglie e a lungo andare è un limite per la vita degli individui”, conclude Samara.
Perché Lenovo è importante per Formula 1
Come accennato, Formula 1 e Lenovo cooperano su un doppio binario: quello del broadcasting e quello del supporto tecnico ai team e all’intero Circus.
In questo senso, il colosso asiatico dell’elettronica fornisce a tutti i team di Formula 1 l’hardware necessario alle proprie attività di gara: computer, server, telefoni, workstation, tablet.
“Tutto è cominciato tre anni fa, nel 2022 e – racconta Lara Rodini, Global Sponsorships & Activation Director per Lenovo – con Formula 1 abbiamo una conversazione aperta e paritetica. Amiamo chiamarla partnership e non sponsorship”.
Formula 1 raccoglie molti dati dalle monoposto, come le forze G che i piloti subiscono in curva, l’angolo di sterzata o la pressione sull’acceleratore. Il ruolo di Lenovo è quindi quello di assicurare che questi dati arrivino integri e istantaneamente ai team in gara.
“Dobbiamo fare in modo che un milione di pezzi in movimento si sincronizzino e si uniscano in perfetta armonia e per farlo – spiega Chris Roberts, IT Director di Formula 1 – dobbiamo poter contare su tecnologie affidabili e tecnici competenti”.
Un trend che ha avvicinato i giovani
Recentemente, Formula 1 ha iniziato a sfruttare un servizio di Lenovo denominato Asset Recovery Service, ovvero un programma di smaltimento e riciclo dei dispositivi giunti al termine del loro ciclo vitale.
“Abbiamo già visto riciclare oltre il 95% del vecchio hardware”, commenta ancora Roberts confermando un trend, quello della sostenibilità, divenuto un piccolo mantra all’interno di uno sport che storicamente non è divenuto famoso per avere un carattere ambientalista.
“Formula 1 cercava in noi un partner che lo aiutasse a stare al passo dell’evoluzione, in diverse maniere”, dice Lara Rodini.
E non è un caso che, grazie anche a tanto lavoro sui social, l’età media della fanbase della Formula 1 di oggi sia 32 anni, con il 40% dei nuovi fan arrivati negli ultimi quattro. Fra questi, il 30% sono donne.
Potrà piacere o meno, ma la Formula 1 sempre più tecnologica, spettacolarizzata e orientata alla sostenibilità ha vinto la sfida più importante: quella del pubblico.
Fonte : Repubblica